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Le preghiere dell’ultimo venerdì di Ramadan si sono concluse a Gerusalemme senza incidenti, come nei tre venerdì precedenti. Anche in tempo di crisi, Israele rispetta e tutela la libertà di culto di ogni religione.

5 aprile: fedeli musulmani lasciano la Città Vecchia di Gerusalemme dopo le preghiere dell’ultimo venerdì di Ramadan (clicca per ingrandire)

“Abbiamo interrogato terroristi colmi di odio che volevano mercanteggiare con parti del corpo delle persone uccise il 7 ottobre. Hanno raccontato d’aver ucciso tutti al loro passaggio. D’aver tagliato organi e averli portati a Gaza per usarli nei successivi negoziati sugli ostaggi”. Lo hanno riferito, in un’intervista speciale citata dal Jerusalem Post, alcuni degli investigatori incaricati di interrogare terroristi arrestati, tra cui il sovrintendente Yaron Binyamin. Afferma Binyamin: “A coloro che negano i crimini indescrivibili commessi dai terroristi della Nukhba (unità d’élite di Hamas) dico che, al termine di sei mesi di indagini, non resta alcun dubbio sul tipo e la quantità di crimini orribili che hanno commesso il 7 ottobre. Oggi lo sappiamo dalla testimonianza degli stessi terroristi che hanno compiuto il massacro”.

Un’indagine delle Forze di Difesa israeliane ha stabilito che Efrat Katz, 68 anni, è stata probabilmente uccisa dal fuoco di un elicottero dell’aeronautica israeliana mentre veniva rapita in un’auto di terroristi di Hamas dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. I risultati dell’indagine sono stati presentati venerdì alla famiglia di Katz. Secondo l’indagine, durante gli scontri nel sud di Israele un elicottero ha aperto il fuoco contro un’auto con diversi terroristi a bordo. Successivamente è stato rivelato, sulla base di testimoni oculari e riprese di telecamere di sorveglianza, che a bordo del veicolo c’erano anche ostaggi israeliani. “Come conseguenza della sparatoria – dicono le Forze di Difesa israeliane – la maggior parte dei terroristi nel veicolo sono stati uccisi e verosimilmente anche la compianta Efrat Katz”. Si è constatato che i sistemi di sorveglianza utilizzati dal velivolo non erano in grado di rilevare la presenza di ostaggi a bordo del veicolo in movimento. I vertici dell’aeronautica “non hanno rilevato colpe a carico dell’equipaggio dell’elicottero, che ha operato in conformità agli ordini in una complessa realtà di guerra”. Il corpo di Katz fu successivamente recuperato e sepolto il 25 ottobre nel kibbutz Revadim.

In base ai primi risultati dell’indagine condotta dal Meccanismo di accertamento dei fatti dello Stato maggiore israeliano sull’incidente avvenuto verso la mezzanotte tra lunedì e martedì, in cui sono rimasti uccisi sette operatori umanitari dell’organizzazione World Central Kitchen nel centro della striscia di Gaza, due alti ufficiali saranno immediatamente rimossi dai loro incarichi e diversi altri alti comandanti saranno formalmente censurati. L’indagine ha rilevato che l’attacco al convoglio è stato ordinato in base al sospetto che vi si trovassero uomini armati di Hamas. Secondo l’indagine, i militari che hanno agito non avevano identificato i veicoli come appartenenti alla World Central Kitchen ed erano convinti che trasportassero uomini armati di Hamas. Secondo le Forze di Difesa israeliane, “si è trattato di una grave sequenza di errori dovuta a un’errata identificazione, errori nel processo decisionale e un attacco compiuto in violazione degli ordini e dei protocolli sull’apertura del fuoco”. A seguito delle indagini, le Forze di Difesa israeliane hanno fra l’altro deciso di contrassegnare i veicoli umanitari con adesivi speciali visibili alle telecamere termiche: il convoglio colpito aveva insegne con il logo World Central Kitchen non visibili dai droni di notte.

Dopo una telefonata di mezz’ora tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il gabinetto di sicurezza israeliano ha autorizzato un aumento degli aiuti per Gaza. “Il Gabinetto – ha affermato giovedì sera l’ufficio del primo ministro – ha autorizzato il primo ministro, il ministro della Difesa e il ministro Gantz a prendere misure immediate per aumentare gli aiuti umanitari alla popolazione civile nella striscia di Gaza” allo scopo di “evitare una crisi umanitaria” e “garantire la continuazione dei combattimenti e il conseguimento degli obiettivi della guerra”. Per facilitare la consegna degli aiuti, Israele consentirà temporaneamente lo sbarco nel porto di Ashdod delle merci destinate a Gaza. Prevede inoltre di aprire temporaneamente il valico di Erez, nel nord di Gaza e vicino ad Ashdod. Ulteriori aiuti dalla Giordania entreranno a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. Gli Stati Uniti hanno accolto con favore gli ultimi sforzi di Israele per consentire più aiuti umanitari a Gaza, ha detto venerdì il Segretario di stato Anthony Blinken. Dal canto suo, il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha accolto con favore, venerdì, il chiarimento degli Stati Uniti secondo cui qualsiasi cessate il fuoco a Gaza deve essere condizionato al rilascio degli ostaggi.

Documenti di Hamas recentemente trovati da Israele a Gaza rivelano i dettagli dietro “l’esecuzione” di un alto comandante dell’organizzazione accusato d’essere gay. “Ho subito torture che nessuno ha mai subito in Palestina: le ho subite non per mano dell’Autorità Palestinese e nemmeno degli ebrei, ma per mano della sicurezza interna di Hamas”, scrisse Mahmoud Ishtiwi prima della sua “esecuzione” nel febbraio 2016. La morte di Ishtiwi, appartenente a un potente clan famigliare, causò scalpore a Gaza, e persino disaccordi all’interno della dirigenza di Hamas che per anni ha cercato di mettere a tacere la cosa. Nelle scorse settimane un’operazione delle Forze di Difesa israeliane nella città di Khan Yunis, nel sud della striscia, ha portato alla scoperta all’interno di un tunnel del dossier di Hamas su Ishtiwi, comprendente resoconti degli interrogatori e delle torture, appunti che Ishtiwi ha inviato e ricevuto e un diario che aveva tenuto durante la prigionia. I documenti dimostrano che dopo la morte di Ishtiwi, Hamas ha continuato a perseguitare e torturare altri uomini accusati di essere gay.

Un’indagine del Corpo corazzato delle Forze di Difesa israeliane ha constatato che gli ostaggi morti il 7 ottobre nella casa di Pasi Cohen del kibbutz Be’eri sono stati uccisi da proiettili di mitra AK-47, e non da un proiettile di carro armato. Un’indagine indipendente della Israel Antiquities Authority è arrivata a conclusioni simili. Lo ha riferito martedì sera Canale 12 News, spiegando che l’indagine scagiona il generale Barak Hiram, comandante della 99a divisione, dall’accusa d’aver dato ordini illegali. Nella casa occupata dai terroristi di Hamas c’erano 15 ostaggi israeliani al  momento in cui intervennero i carristi. Solo due dei 15 ostaggi sopravvissero ai combattimenti. Per mesi, il generale Hiram ha subito attacchi personali in base all’insinuazione che avesse dato ordine ai carri di fare fuoco sulla casa uccidendo gli ostaggi. Secondo il giornalista di Canale 12 Amit Segal, l’indagine ha rilevato che solo uno degli ostaggi potrebbe essere rimasto ucciso da schegge, ma la circostanza non è confermata. L’accusa ai carristi, rivelatasi infondata, è stata ampiamente utilizzata da “negazionisti” di varia tendenza per sostenere che le vittime del 7 ottobre sarebbero state causate dalle stesse Forze di Difesa israeliane e non dai terroristi.

Alla domanda del giornalista televisivo Don Lemon su come mai sia così difficile ottenere una condanna di Hamas da parte delle Nazioni Unite, l’ambasciatrice Usa presso l’Onu Linda Thomas-Greenfield ha risposto: “Pongo regolarmente questa domanda al Consiglio di Sicurezza: perché non possiamo denunciare Hamas? Gli israeliani fanno questa domanda regolarmente”. Thomas-Greenfield ha aggiunto che “c’è un’enorme paura da parte dei palestinesi, che sono in un certo senso tenuti in ostaggio da Hamas che si nasconde dietro i civili e le infrastrutture civili. Guardando le proteste di piazza nel mondo arabo – ha continuato – si ha la sensazione che i paesi della regione temano quelle proteste e non vogliano  in alcun modo alimentarle”. Lemon ha anche chiesto a Thomas-Greenfield come mai “un conflitto come quello del Sudan non riceve praticamente alcuna attenzione rispetto a Gaza e Ucraina”. “Beh, bisognerebbe chiederlo alla stampa”, ha risposto l’ambasciatrice americana.

Secondo gli Stati Uniti, i palestinesi dovrebbero cercare di ottenere uno stato attraverso colloqui diretti, non alle Nazioni Unite. Martedì l’Autorità Palestinese ha annunciato che chiederà di diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite (dove dal 2012 ha lo status di stato osservatore non-membro). Intervistato in proposito, il portavoce del Dipartimento di stato amaricano Matthew Miller ha detto che la creazione di uno stato palestinese indipendente con garanzie di sicurezza per Israele “è qualcosa che dovrebbe essere fatto attraverso negoziati diretti tra le parti, e non alle Nazioni Unite”. La posizione degli Stati Uniti sulla questione è simile a quella di Israele.

Le Nazioni Unite hanno sospeso per almeno 48 ore tutti i movimenti notturni per valutare le questioni di sicurezza a seguito del letale attacco lanciato per errore (appunto in piena notte) contro un convoglio dell’organizzazione umanitaria World Central Kitchen. Ne ha dato notizia mercoledì il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric.