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Hamas ribadisce tutte le condizioni che ha imposto nei negoziati per il rilascio di ostaggi. Lo ha detto il capo di Hamas all’estero, Ismail Haniyeh, in un discorso in occasione della Giornata di al-Quds (Gerusalemme), citato mercoledì da media arabi. “Ci atteniamo alle nostre condizioni originarie – ha detto Haniyeh – e cioè: cessate il fuoco permanente, ritiro globale e completo del nemico dalla striscia di Gaza, ritorno di tutti gli sfollati alle loro case, ingresso di tutti gli aiuti necessari [senza controlli ndr], ricostruzione della striscia, abolizione del blocco [cioè dei controlli anti-terrorismo alle frontiere di Gaza ndr] e un onorevole accordo sullo scambio di prigionieri [cioè la scarcerazione di terroristi detenuti in cambio della liberazione di innocenti tenuti in ostaggio ndr]. In sostanza, Hamas pretende di sconfiggere Israele e vincere la guerra in cambio del rilascio di (alcuni?) ostaggi. Dal canto suo, Israele afferma di essere disposto a negoziare solo una tregua temporanea per liberare degli ostaggi in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi (come è avvenuto a fine novembre).

Intervistato dalla rete francese LCI/TF1 sulla guerra contro Hamas, il segretario di stato americano Antony Blinken ha voluto ricordare che Israele “si è ritirato da Gaza nel 2005” e che nonostante questo ha subito “attacchi da parte di Hamas nel 2008, 2009, 2011, 2014, 2021, 2023″, aggiungendo che gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele di perseguire il gruppo terroristico, ma “anche il modo in cui Israele porta avanti questa missione è importante”. Ribadendo che l’obiettivo degli Stati Uniti è quello di vedere la creazione di uno stato palestinese accanto Israele, anche se tale obiettivo rimane lontano, Blinken ha specificato che “deve esserci un vero accordo tra palestinesi e israeliani, non un accordo applicato unilateralmente da altri paesi”.

Il portavoce arabo delle Forze di Difesa israeliane, Avichay Adraee, ha scritto mercoledì su X che, secondo le informazioni a disposizione dei militari, l’esplosione avvenuta il 30 marzo a Rmaich che ha ferito alcuni caschi blu dell’Unifil è stata provocata dall’urto del loro veicolo contro un ordigno che Hezbollah aveva precedentemente piazzato nella zona. Anche un’indagine preliminare dell’esercito libanese ha rilevato che gli osservatori Onu sono stati feriti da una mina, stando a quanto riferito all’AFP da un funzionario giudiziario libanese.

La fazione Fatah, che fa capo al presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, ha rilasciato una dichiarazione in cui respinge il coinvolgimento iraniano negli affari interni palestinesi. “Questa interferenza esterna, in particolare da parte dell’Iran – si legge nella nota – non ha altro obiettivo che seminare il caos nell’arena interna palestinese, il che andrà solo a vantaggio dell’occupazione israeliana e dei nemici del nostro popolo. Non permetteremo che la nostra sacra causa e il sangue del nostro popolo vengano sfruttati per ambigui complotti, che non hanno nulla a che fare con loro. Staremo all’erta e taglieremo la mano che cerca di intromettersi nei nostri affari”. L’Iran è considerato uno dei principali sponsor statali dei gruppi terroristici Hamas e Jihad Islamica Palestinese ai quali da anni fornisce denaro, armi e addestramento.

In una video-dichiarazione diffusa martedì sera, il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ha espresso le scuse ufficiali delle Forze di Difesa israeliane per il mortale attacco condotto per un “errore di identificazione” ad un convoglio umanitario a Gaza. “Sette dipendenti della World Central Kitchen sono rimasti uccisi – dice Halevi – La World Central Kitchen è un’organizzazione le cui persone lavorano in tutto il mondo, anche in Israele, per fare del bene in condizioni difficili. Le Forze i Difesa israeliane operano a stretto contatto con la World Central Kitchen e apprezzano molto l’importante lavoro che svolgono”. Halevi afferma che l’esercito ha già completato una indagine preliminare: “Si è trattato di un errore conseguente ad un’errata identificazione, di notte, durante una guerra combattuta in condizioni molto complesse. Non sarebbe dovuto succedere”. Ribadendo che non c’era “nessuna intenzione di colpire gli operatori umanitari della World Central Kitchen”, Halevi aggiunge che le Forze israeliane hanno istituito un nuovo Centro di comando umanitario “per migliorare il modo in cui coordiniamo la distribuzione degli aiuti a Gaza: continueremo a intraprendere azioni immediate per garantire che venga fatto di più per proteggere gli operatori umanitari”. L’incidente sarà indagato anche da un organismo “indipendente”, continua Halevi, e le Forze di Difesa attueranno immediatamente le sue conclusioni, che verranno condivise con la World Central Kitchen e altre rilevanti organizzazioni internazionali. “Questo incidente è stato un grave errore – conclude il capo di stato maggiore – Israele è in guerra con Hamas, non con la popolazione di Gaza. Siamo addolorati per il danno involontario e condividiamo dal profondo del cuore il dolore delle famiglie e dell’intera World Central Kitchen. Consideriamo di grande importanza la continua fornitura di aiuti umanitari e continueremo ad adoperarci per facilitare tale sforzo vitale”.

Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha telefonato martedì al fondatore della World Central Kitchen, José Andrés, per esprimere “profondo dolore e scuse sincere”, aggiungendo che Israele è impegnato a svolgere un’indagine approfondita sull’incidente e “a fornire e potenziare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza”. Herzog ha ringraziato Andrés e la World Central Kitchen per il loro “impegno per il bene di israeliani e palestinesi e i valori di umanità”.

Circa mezza giornata dopo la tragica uccisione per errore di sette operatori della World Food Kitchen nel centro della striscia di Gaza, le Forze di Difesa israeliane hanno comunicato che il Comando Sud e il Coordinamento delle attività governative israeliane nei territori stanno istituendo un Centro di comando congiunto per gestire la distribuzione degli aiuti umanitari. Il Centro di comando era in fase di pianificazione già prima del tragico incidente, ma ora è stato accelerato e si prevede che inizi a funzionare già a partire da martedì sera con l’obiettivo di migliorare il coordinamento tra le unità di combattimento e quelle di coordinamento umanitario. Un funzionario israeliano citato da Times of Israel ha detto che Israele spera che la World Central Kitchen torni a operare nella striscia di Gaza, aggiungendo che non esiste alcun piano B nel caso in cui essa non riprendesse al suo lavoro umanitario.

In una video-dichiarazione in inglese (qui il video su Times of Israel), il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Daniel Hagari ha dichiarato: ““La scorsa notte si è verificato un incidente a Gaza che ha provocato la tragica morte di dipendenti della World Central Kitchen che svolgevano la loro missione vitale di portare cibo alle persone bisognose. In quanto forze armate professionali impegnate al rispetto del diritto internazionale, ci impegniamo a esaminare le nostre operazioni in modo approfondito e trasparente. Ho appena parlato con Jose Anders, fondatore della World Central Kitchen, e ho espresso le più sentite condoglianze delle Forze di Difesa israeliane alle famiglie e all’intera comunità della World Central Kitchen” e “sincero dolore alle nazioni alleate che hanno fatto e continuano a fare così tanto per assistere i bisognosi. Stiamo esaminando l’incidente ai massimi livelli per comprendere le circostanze di ciò che è accaduto e come è accaduto”. Hagari ha spiegato che il “grave incidente” sarà indagato dal Meccanismo di accertamento dei fatti dello Stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, un organismo militare indipendente responsabile delle indagini su incidenti eccezionali nel corso della guerra. “Questo ci aiuterà a ridurre il rischio che un simile evento abbia a ripetersi”, ha aggiunto. “Negli ultimi mesi – ha proseguito Hagari – le Forze di Difesa israeliane hanno operato a stretto contatto con la World Central Kitchen per assisterla nell’adempimento della sua nobile missione di aiutare a portare cibo e aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. La World Central Kitchen è venuta anche in aiuto degli israeliani dopo il massacro del 7 ottobre: è stata una delle prime ong a farlo. L’opera della World Central Kitchen è fondamentale: è sulla prima linea dell’umanità. Andremo fino in fondo e condivideremo i nostri risultati in modo trasparente”.

Decine di migliaia di israeliani hanno partecipato per il secondo giorno consecutivo ad un evento di protesta di quattro giorni per chiedere elezioni anticipate organizzato davanti alla Knesset, a Gerusalemme, dove sono state impiantate centinaia di tende.

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Soldati della Brigata Nahal delle Forze di Difesa israeliane hanno scoperto un deposito di armi nel reparto maternità dell’ospedale Shifa di Gaza. Mortai, ordigni esplosivi, fucili d’assalto e di precisione, pistole e altro equipaggiamento militare sono stati trovati all’interno dei letti e dei cuscini delle pazienti, nei controsoffitti e nelle pareti dell’edificio. Circa 350 pazienti e personale medico dell’ospedale Shifa erano stati evacuati in un’altra parte del complesso, dove l’esercito ha fornito aiuti umanitari e rifornimenti. Durante l’operazione nel reparto maternità le truppe hanno anche incontrato e ucciso in uno scontro a fuoco alcuni importanti terroristi di Hamas come Fadi Dweik (autore di un attento nel 2002 costato la vita a 4 persone, poi scarcerato nel 2011 nel ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Schalit) e Zakaria Najib (agente di alto grado, responsabile del collegamento attentati tra Gaza e Cisgiordania, anche lui scarcerato nel 2011 nel ricatto per Gilad Schalit). Sabato, sempre nell’ospedale Shifa i soldati hanno ucciso in un combattimento faccia a faccia diversi terroristi usciti sparando dal pronto soccorso tra cui Ra’ad Thabat, un comandante di Hamas, e Mahmoud Khalil Ziqzouq, vice capo dell’unità missilistica a Gaza City.

Armi dei terroristi trovate nel reparto maternità dell’ospedale Shifa di Gaza (clicca per ingrandire)