Sgombero sospeso fino a domenica

Intanto donatori ebrei dagli Usa comprano le serre sgomberate per darle ai palestinesi.

image_854Riprenderanno domenica le operazioni di sgombero delle comunità israeliane nella striscia di Gaza sospese per la giornata di sabato. Secondo fonti delle Forze di Difesa israeliane, lo sgombero delle comunità rimanenti potrebbe concludersi martedì prossimo. Tuttavia soldati e polizia resteranno a presidiare i villaggi sgomberati per alcune altre smettimene, fino alla completa rimozione delle postazioni militari e demolizione degli edifici. Già nella giornata di venerdì è stato avviato il lavoro di demolizione degli edifici a Kerem Atzmona.
La demolizione delle abitazioni israeliane nella striscia di Gaza verrà effettuata in conformità a un accordo raggiunto tra Israele e Autorità Palestinese, e avverrà sotto la supervisione di una parte terza, probabilmente la Banca Mondiale. In base all’accordo, richiesto dalla stessa Autorità Palestinese per evitare che le abitazioni sgomberate diventassero oggetto di lotte o appropriazioni indebite, i bulldozer della Difesa israeliana abbatteranno i muri, mentre la demolizione verrà poi completata, una volta terminato il ritiro delle forze israeliane, da ditte edili palestinesi ed egiziane ingaggiate dalla Banca Mondiale. Completata la demolizione, parte delle macerie verrà utilizzata per la costruzione di case palestinesi nella striscia di Gaza. Il resto verrà sepolto nel Sinai o nella striscia stessa. Il ministero dell’ambiente israeliano supervisionerà lo smaltimento dei materiali pericolosi, come l’amianto, in luoghi adatti d’Israele. Secondo i piani, la demolizione dovrebbe essere completata nel giro di un paio di mesi, al costo totale di due miliardi di shekel (circa 370 milioni di euro).
Diversamente dalle abitazioni private, le strutture pubbliche come scuole, ambulatori, centri culturali verranno trasferite all’Autorità Palestinese intatte.

Mentre si svolge il ritiro dalla striscia di Gaza, un gruppo di filantropi ebrei americani ha donato circa 14 milioni di dollari per garantire che le serre israeliane vengano trasferite intatte in mani palestinesi. Scopo della donazione è quello di acquistare le strutture che permettono alle serre di funzionare, un’iniziativa che potrebbe preservare circa 3.500 posti di lavoro palestinesi insieme a una delle principali risorse per l’esportazione della regione.
L’editore e imprenditore miliardario Mort Zuckerman ha offerto una grossa cifra ed è riuscito a convincere altri facoltosi colleghi a fare lo stesso, il tutto su sollecitazione dell’amministrazione Bush. È stato infatti James D. Wolfensohn, ex presidente della Banca Mondiale, oggi inviato della Casa Bianca in Medio Oriente, che ha persuaso Zuckerman a farsi promotore della raccolta.
Il governo israeliano ha indennizzato gli israeliani residenti nella striscia di Gaza per le loro proprietà, ma legalmente non poteva acquistarne il contenuto. Tuttavia, ha spiegato Wolfensohn a Zuckerman, senza gli impianti di irrigazione e altri macchinari sofisticati, i circa 800 acri di serre sarebbero rimasti inutilizzabili, lasciando 3.500 palestinesi senza lavoro e Gaza senza il reddito ricavabile dalla vendita di fiori, frutta e ortaggi.
Una prima tranche di 12 milioni e mezzo di dollari è stata trasferita giovedì dalla Economic Cooperation Foundation (ECF), l’organizzazione israeliana che coordina le attività delle Ong israeliane nel processo di pace, a un comitato che rappresenta i coltivatori israeliani che stanno abbandonando le serre.

(Da: Ha’aretz, YnetNews, 19.08.05)

Nella foto in alto: Serre a Neve Dekalim