Si concretizzano le peggiori preoccupazioni di Israele

Washington apre alla Russia, che aiuta apertamente il regime di Assad in Siria, che opera in collaborazione con l'Iran, che a sua volta sostiene Hezbollah

Di Boaz Bismuth

Boaz Bismuth, autore di questo articolo

Boaz Bismuth, autore di questo articolo

Esattamente due anni fa, nel settembre 2013, il Segretario di stato Usa John Kerry paragonava Bashar Assad ad Adolf Hitler, dopo che il dittatore siriano aveva utilizzato ancora una volta le armi chimiche contro il suo stesso popolo. “Questo è un momento alla Monaco”, dichiarò Kerry all’epoca (facendo riferimento all’accordo di Monaco del settembre 1938 tra Hitler e il premier britannico Neville Chamberlain che di fatto aprì la strada alla seconda guerra mondiale).

Dal punto di vista degli americani, Assad aveva superato ogni limite. In quei giorni (più probabilmente in quelle ore), per un breve momento Washington pensò che non reagire alle azioni di Assad avrebbe diffuso un messaggio molto pericoloso circa l’Iran e le sue ambizioni nucleari. “In futuro l’Iran ricorderà che al regime di Assad venne impedito l’uso attuale e futuro di quelle armi non convenzionali – si chiese drammaticamente Kerry – oppure quello che ricorderanno sarà che il mondo si tenne in disparte concedendogli l’impunità?”. Storia e sguardo retrospettivo hanno trasformato quello che avrebbe potuto essere il più grande discorso di Kerry in un proclama totalmente slegato dalla realtà.

Gli Stati Uniti non attaccarono, Assad è ancora al potere e successivamente è stato firmato con l’Iran un imbarazzante accordo sul nucleare. Non c’è da meravigliarsi se c’è un nuovo tipo di atmosfera, nella regione, sotto gli auspici americani. Non ci sono più buoni e cattivi: sono tutti partner. E grazie a questa nuova realtà, Assad gode ora di una rinnovata licenza a governare, dopo aver ricevuto licenza di uccidere.

Washington sta aprendo alla Russia, che sta apertamente aiutando il regime di Assad in Siria, che sta operando in collaborazione con l’Iran, che a sua volta sostiene Hezbollah. Nel frattempo l’Europa, presa alla sprovvista dalla crisi dei rifugiati, è già pronta a parlare con Assad: lo stesso Assad che solo due anni fa veniva paragonato a Hitler.

Un carro armato T 55 di produzione sovietica (foto d'archivio)

Un carro armato T-55 di produzione sovietica (foto d’archivio)

Ma che ne è di Israele, delle sua preoccupazioni e delle sue esigenze vitali? Purtroppo si stanno concretizzando le maggiori paure di Israele. Invece di plasmare una nuova realtà in Medio Oriente, Washington si sta arrendendo alla realtà di fatto. Russia, Siria e Iran stanno approfittando del vuoto che ne consegue. Quando il gatto non c’è, i topi ballano. Ora, tutto a un tratto, anche il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah si può presentare in televisione raggiante di gioia: a parte i 75 carri armati che Damasco gli ha promesso, Nasrallah vede oggi i suoi due protettori, Damasco e Teheran, diventare partner dell’Occidente senza dover cambiare nulla.

Gli ultimi sviluppi in Siria non sono incoraggianti. Il primo obiettivo di Assad, con l’aiuto della Russia, sarà probabilmente il gruppo ribelle Fronte Nusra, jihadisti islamisti che minacciano il regime di Assad, ma che sono anche nemici accaniti dello “Stato Islamico” (ISIS). In altre parole, un po’ paradossalmente l’ISIS potrebbe inizialmente trarre vantaggio dall’intervento militare russo in Siria (come accade quando la Turchia bombarda i curdi, nemici dell’ISIS).

Un’ultima parola sul riavvicinamento fra Iran e comunità internazionale. Ci è stato ripetuto più volte che riguardava solo l’accordo sul nucleare. In realtà possiamo vedere una cooperazione tra Stati Uniti e Iran in Iraq e nella guerra contro l’ISIS, possiamo anche vedere un dialogo irano-americano sul futuro della Siria, e sabato sera abbiamo appreso di un gigantesco affare da 21 miliardi di dollari tra Iran e Russia.

Stavolta sono costretto a dare ragione al Segretario di stato Kerry: questa sembra davvero la Monaco dei nostri tempi.

(Da: Israel HaYom, 27.9.15)