Signor Nasrallah, non ci fraitenda

Quando capirà che l'autocritica israeliana non è sconfitta né debolezza?

Da un articolo di Eitan Ben Eliyahu

image_1644Buongiorno signor Hassan Nasrallah. Per quanto ne no, lei se ne sta tuttora nascosto in un bunker da qualche parte nel sottosuolo di Beirut. L’unica volta, dopo la fine della guerra della scorsa estate, che abbiamo potuto vedere la sua faccia in pubblico anziché in qualche riunione a porte chiuse, fu durante la sua apparizione a un raduno di protesta inscenato fra le rovine del quartiere Dahiya di Beirut, nel quadro del vostro tentativo di abbattere il governo libanese legalmente eletto. Dopodiché abbiamo visto il primo ministro libanese Fouad Siniora di ottimo umore che, sfoggiando fiducia e abiti di buona sartoria, veniva calorosamente accolto da pari al summit della Lega Araba a Riyad.
Ma non era di questo che volevo scriverle. Volevo piuttosto scriverle di ciò che sta avvenendo in Israele in questi giorni, e che vi avverrà nelle prossime settimane. Israele, come lei sa bene, è l’unica vera democrazia in Medio Oriente e, in quanto tale, qui da noi la gente ha il diritto di porre domande, di chiarire questioni controverse, di ottenere resoconti completi e dettagliati sulle decisioni e sui comportamenti di chi ci governa. Qui in Israele non c’è insabbiamento che tenga quando si tratta delle questioni di interesse nazionale, e anzi abbiamo una trasparenza e dei dibattiti pubblici condotti spesso in modo tanto incisivo e impietoso da sembrare ad alcuni persino esagerati. Questa è la nostra democrazia.
Di recente, quando il nostro capo di stato maggiore ha dato le dimissioni, lei ha dichiarato che questa era la prova che Israele aveva perso la guerra contro Hezbollah. Successivamente, quando sono state pubblicate parti delle testimonianze rese davanti alla Commissione Winograd da Shimon Peres e dall’ex capo dell’intelligence Amos Malka, abbiamo udito grida di gioia provenire dal suo bunker in Libano, come se questa fosse un’ulteriore prova del fatto che Hezbollah avrebbe avuto la meglio nella guerra contro Israele.
Non mi interessa mettermi a discutere con lei su quale parte abbia avuto la meglio nella guerra della scorsa estate. Quello che volevo farle sapere, invece, è questo: le inchieste, il trarre insegnamento dall’esperienza, persino i mutamenti nella leadership israeliana non sono la dimostrazione della vostra supremazia nella guerra, ma anzi del contrario: dimostrano la forza e il vigore di Israele.
Se voi e i pari vostri aveste avuto il coraggio indagare e analizzare le vostre azioni nel corso degli anni, se aveste almeno tentato di fare luce sui vostri fallimenti nelle guerre dei decenni scorsi e in particolare sulle terribili sofferenze che avete imposto al Libano e all’intera regione, se il popolo libanese avesse avuto la possibilità di pretendere da voi un resoconto pubblico su come il Libano, un tempo la Svizzera del Medio Oriente, sia potuto diventare uno stato caratterizzato da terrorismo e distruzione, se tutte queste cose fossero avvenute, allora voi e i pari vostri sareste spariti da tempo dalla scena. Se questo fosse avvenuto, allora il Libano, e tutto il Medio Oriente sarebbe di nuovo prospero, e a tutti i popoli di questa regione sarebbero stati risparmiati lutto, dolore e patimenti.
Per cui, signor Nasrallah, non faccia l’errore di fraintenderci. Non interpreti le nostre autocritiche, le nostre auto-analisi, il nostro correggerci come una debolezza o una confessione di sconfitta. Apra gli occhi e cerchi di capire che, alla fine, noi vinceremo mentre lei sarà giudicato con grande severità dalla storia e dalla gente del Libano.

(Da: YnetNews, 8.04.07)