Solo l’inizio
Hamas è alla disperata ricerca di qualche successo militare
Da un articolo di Alex Fishman
Un razzo Katyusha lanciato su Ashkelon sud, le forze aeree israeliane che bombardano obiettivi nella striscia di Gaza, e noi che abbiamo smesso da tempo di tenere il conto dei Qassam lanciati su Israele. Ogni settimana viene superata una “linea rossa” e, quasi senza accorgerci, ci ritroviamo di nuovo coinvolti di un intenso scontro militare nella striscia di Gaza.
Quando arriverà il momento della “grande” operazione di terra, non sembrerà già più una mossa drammatica quanto piuttosto un’altra fase naturale dell’escalation. Entrambe le parti si sono abituate all’idea dell’esclation e si comportano come se fosse una cosa inevitabile. Lo spazio fra una fase e l’altra dell’escalation tende ad accorciarsi.
Le operazioni delle Forze di Difesa israeliane a Gaza diventano sempre più complesse, prolungate e in profondità. Chi ricorda che, solo due mesi fa, gli ufficiali israeliani discutevano se prendere di mira postazioni di Hamas lungo il confine per timore che Hamas venisse coinvolta nella spirale innescata dai lanciatori di Qassam? Oggi le Forze di Difesa israeliane sparano su Hamas senza restrizioni anche all’interno degli agglomerati della striscia di Gaza.
Gli ufficiali israeliani interpretano il lancio di Katyusha su Ashkelon come un “segnale di difficoltà”: Hamas sta facendo di tutto pur di esibire qualche successo, anche solo simbolico. Colpire Ashkelon, a differenza di Sderot, viene considerato un successo con un forte messaggio di carattere nazionale, perché la città è ritenuta costruita sulle rovine di un villaggio palestinese. I profughi di quel villaggio, i cui discendenti oggi vivono pochi chilometri più a sud nei campi della striscia di Gaza, leggono il messaggio in questo modo: stiamo tornando al vostro villaggio, se non proprio fisicamente per lo meno con i razzi; poi arriveremo anche ai villaggi più interni dentro Israele.
In questo momento Hamas non è ancora in grado di lanciare un fuoco di fila di razzi, pesante e prolungato, su Ashkelon. Ma nella striscia di Gaza vi sono già dozzine di razzi tipo Grad. Si tratta di un vecchio razzo introdotto clandestinamente a Gaza dal deserto del Sinai un paio di anni fa, senza le piattaforme di lancio originali né le alette di bilanciamento. Ma in qualche modo sono stati migliorati all’interno della striscia di Gaza. Hamas e Jihad Islamica hanno già tentato di lanciare questi razzi su Israele almeno cinque volte, senza molto successo. Il terzo cadde nei pressi di un piccolo agglomerato israeliano meridionale, il quarto si è abbattuto vicino al Sycamore Ranch di Ariel Sharon. Il quinto razzo Grad è stato lanciato giovedì scorso da una rampa improvvisata in un quartiere di Gaza a circa 16 km di distanza da dove è atterrato.
Secondo la valutazione prevalente, entro la prossima primavera – aprile o maggio – Hamas si sentirà pronta ad affrontare un’offensiva di Israele. A quel punto avrà completato le sue fortificazioni e avrà ricevuto nuove armi, tra cui probabilmente grandi quantità di Qassam con 15 o più km di gittata, che permetteranno a Hamas di lanciare sbarramenti prolungati di missili su Ashkelon e su decine si altri agglomerati all’interno di Israele.
Tuttavia, finché non si arriverà a quel punto, le pesanti e crescenti perdite fra le fila dei suoi uomini, insieme alla pressione economica, psicologica e morale creata dall’assedio, costringe Hamas ad esibire qualche successo. Inoltre, la lotta intestina con altre fazioni nella striscia non contribuisce alla popolarità di Hamas e al suo controllo sul territorio.
Pertanto il movimento cercherà in ogni modo qualche “vittoria”, anche a costo di subire pesante controffensive israeliane. Ecco perché è necessario che sia al massimo l’allarme del Comando Sud della Forze di Difesa israeliane circa potenziali attentati terroristici.
Potrebbe essere un attentato attraverso un tunnel o qualunque altro modo che permetta ai terroristi di superare la barriera di confine e penetrare in un agglomerato o in una base militare israeliana per uccidere o sequestrare civili o militari. Qualunque attentato che possa proiettare nella striscia di Gaza un senso di vittoria simbolico è potenzialmente all’ordine del giorno in questo momento.
Il razzo lanciato su Ashkelon è solo l’inizio.
(Da: YnetNews, 4.1.08)