Solo ora il mondo inorridisce?

Israele combatte contro la stessa mentalità dell’ISIS, ma lo sdegno del mondo è solo contro Israele

Di Justin Amler

Justin Amler, autore di questo articolo

Justin Amler, autore di questo articolo

Il presidente Obama ha detto che il mondo è rimasto inorridito per l’assassinio del giornalista James Foley, decapitato dal gruppo terroristico islamista ISIS. Ha anche detto che il gruppo è un relitto del passato che non ha posto nel XXI secolo. Purtroppo è il presidente Obama che vive fuori dal mondo del XXI secolo.

La realtà è che l’assassinio di James Foley, benché estremamente barbaro e crudele, non è affatto unico. E’ solo uno degli innumerevoli spietati omicidi di persone innocenti perpetrati nella regione da questo genere di terroristi. E non si tratta solo dell’assassinio di uomini adulti. Si tratta anche di donne. E bambini. E neonati. Eppure il presidente Obama dice che ora il mondo è inorridito?

A Gerusalemme, durante un recente allarme antiaereo

A Gerusalemme, durante un recente allarme antiaereo

L’amara realtà è che il mondo non è realmente inorridito. Non ci sono cortei per le strade di Parigi o New York o Londra che invochino l’intervento della comunità internazionale. Non ci sono manifestazioni di massa nelle capitali arabe contro questo orrore, con espressioni di furore e bandiere bruciate. E certamente non ci sono riunioni d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per dirla tutta, sebbene la gente abbia sicuramente condannato quell’orribile assassinio davanti alla telecamera, non si può dire che se ne preoccupi come di qualcosa che la riguardi direttamente.

Ed è qui che entra in ballo Israele. Israele sta combattendo contro la stessa mentalità che anima il gruppo ISIS, che qui da noi si fa chiamare Hamas. Una rapida lettura della loro Carta fondamentale rivela immediatamente che gli obiettivi sono gli stessi.

Mercoledì 20 agosto, il giorno dopo la decapitazione in video dell’ostaggio americano James Foley, manifetsazione anti-israeliana a Manhattan Bridge, New York

Mercoledì 20 agosto, il giorno dopo la decapitazione in video dell’ostaggio americano James Foley: manifestazione anti-israeliana a Manhattan Bridge, New York

Ma mentre l’America ha il lusso di un Oceano Atlantico che la separa da questa gente, Israele non ce l’ha. Ciò che separa Israele da Hamas sono pochi chilometri, talvolta poche centinaia di metri, e la bravura delle Forze di Difesa israeliane. Se Hamas dovesse mai sconfiggere Israele, non è difficile immaginare quale sarebbe il destino delle persone che vi abitano. E non solo degli ebrei, per inciso. Chiaramente anche cristiani e musulmani moderati sarebbero sulla lista.

Eppure, non appena Israele si è difeso contro Hamas, ecco che il mondo è improvvisamente inorridito. Improvvisamente tutto lo sdegno che era rimasto penosamente assente negli anni in cui si consumava la carneficina della guerra civile siriana e l’impetuosa avanzata dei terroristi dell’ISIS, improvvisamente è traboccato da tutto il mondo: ma non a difesa di Israele, bensì contro.

Il mondo ha finalmente ritrovato la voce, e l’indignazione trasuda da tutte le manifestazioni a New York, a Londra a Parigi, nelle capitali arabe: ma non contro le persone che sbraitano di gioia mentre tagliano la testa degli innocenti, bensì contro l’unico paese che lotta in prima linea per la propria stessa sopravvivenza contro un male che, così com’è, non si vedeva dai tempi del nazismo.

Il presidente Obama l’ha quasi detta giusta. Ha detto che il mondo è inorridito. In realtà avrebbe dovuto dire che il mondo, talvolta, fa inorridire.

(Da: Times of Israel, 21.8.14)