Studenti israeliani in aiuto al nord del paese

Grazie a un progetto diffuso via internet, 500 volontari da tutto il paese (e dallestero) assisteranno i bambini e restaureranno edifici e foreste

image_1394Cinquecento studenti israeliani, praticamente da ogni istituto accademico del paese, si apprestano a trascorrere un periodo di tempo nella cittadina di Kiryat Shmona (estremo nord di Israele) con lo scopo di aiutare quella comunità ad affrontare le conseguenze della guerra della scorsa estate.
“Mentre i combattimenti erano in corso – dice Idit Duvdevany, 25enne studentessa di legge all’Università di Gerusalemme, una delle coordinatrici del programma – era relativamente facile attivarsi per aiutare [gli israeliani del nord sotto il fuoco di Hezbollah]. Ora invece, due mesi più tardi, quelle comunità hanno ancora bisogno di aiuto, ma la gente tende a dimenticare che c’è stata una guerra. Noi abbiamo il tempo, l’energia e la motivazione”.
Il programma è stato inizialmente concepito da Avner Warner, 27 anni, anch’egli studente di legge a Gerusalemme. L’idea, spiega ancora Duvdevany, era quella di reagire all’impressione generale che gli studenti siano concentrati solo su se stessi senza dare un loro contributo alla società. “Ora è venuto il momento di dare quel contributo, e in modo speciale”, aggiunge.
Duvdevany, che durante la guerra in Libano ha prestato servizio come riservista nell’ufficio del portavoce delle Forze di Difesa israeliane, sottolinea la grande importanza di recarsi personalmente nel nord e vedere con i propri occhi la situazione lassù. “Bisogna affrontare la realtà”, aggiunge.
Gli studenti opereranno in aree che generalmente corrispondono al loro campo di studi. Gli sforzi si concentreranno in cinque campi: supporto ai centri per i diritti civili, riabilitazione e ripristino delle foreste, restauro dei quartieri colpiti, restauro dei rifugi antiaerei, sostegno psicologico ai bambini e campi diurni per i l’infanzia.
La notizia del progetto si è rapidamente diffusa con un semplice annuncio su internet. “Nel giro di quattro giorni – dice Duvdevany – si sono fatti avanti più di 300 volontari”. Nelle poche settimane successive il numero di volontari ha raggiunto la quota massima di 500. Fra questi, anche 40 studenti dall’estero.
Il programma si è evoluto in modo così rapido e spontaneo che fino alla scorsa settimana gli organizzatori non sapevano ancora dove avrebbero trovato i fondi, ed erano persino giunti sul punto di cancellare tutta l’iniziativa. “Poi, quel giorno stesso hanno chiamato, separatamente, sia l’Agenzia Ebraica che l’ Arison Group dicendo che erano anche loro della partita”, racconta Duvdevany.
Il programma inizierà concretamente in questi giorni. I coordinatori sperano di gettare le basi per legami a lungo termine con le comunità del nord che possano proseguire anche in futuro.

(Da: Jerusalem Post, 9.10.06)

Nella foto in alto: Una scuola di Kiryat Shmona colpita da razzi Hezbollah nell’agosto 2006.