Terrorismo a Parigi? Nient’affatto, secondo la BBC

La BBC in lingua araba abdica al suo dovere professionale pur di compiacere i pregiudizi della sua audience

Di Alex Margolin

Alex Margolin, autore di questo articolo

Alex Margolin, autore di questo articolo

Per tutte le persone ragionevoli, gli attacchi a Parigi del 7-9 gennaio contro gli uffici di Charlie Hebdo e il supermercato ebraico HyperCacher sono stati degli evidenti casi di terrorismo. Ma a quanto pare non tutte quelle che gestiscono la BBC sono persone ragionevoli. Secondo il capo della BBC in lingua araba Tarik Kafala, ad esempio, il termine “terrorismo” è troppo “carico” per descrivere quello che è successo.

“Noi cerchiamo di evitare di descrivere qualcuno come terrorista o un atto come terroristico – ha spiegato Kafala all’Independent la scorsa settimana – Quello che facciamo è dire che due uomini hanno ucciso dodici persone in un attacco contro la sede di una rivista satirica, e tanto basta: sappiamo cos’è e cosa significa”.

Vero. Infatti sappiamo che è terrorismo. Lo è perché l’attacco è stato condotto allo scopo di terrorizzare la gente e piegarla ai voleri degli aggressori. E questo si chiama appunto terrorismo.

Supermercato Hypercacher, Parigi, 9 gennaio 2015

Supermercato Hypercacher, Parigi, 9 gennaio 2015

La ricetta di Kafala di limitarsi a riportare semplicemente quello che è successo non basta affatto, e Kafala dovrebbe saperlo. Tralasciare le (esplicite, dichiarate) motivazioni dietro quell’atto significa fornire ai lettori un’informazione incompleta. Si trattava forse di due pazzi scappati dal manicomio? Forse hanno ucciso quelle persone, ma non era la loro intenzione? Come faranno i lettori a capire tutta la problematica attorno al concetto di libertà di espressione e di stampa, e la reazioni che ha innescato, se quelli nella redazione di Charlie Hedbo vengono descritti come dei generici “omicidi”?

Kafala menziona anche la complessità della parola terrorismo, sottolineando come la stessa Onu non sia ancora riuscita a dare una definizione condivisa del concetto. “Da più di dieci anni l’Onu si affanna per definire il termine, senza riuscirci – dice Kafala – La cosa è molto difficile. Sappiamo cos’è la violenza politica, cosa sono un omicidio, un attentato, una sparatoria e così li definiamo. E siamo sicuri che sia molto più eloquente fare così che usare una parola come terrorista, che la gente considera sovraccarica di un giudizio di valore”.

Se le Nazioni Unite non riescono a definire la parola terrorismo, potrebbe essere a causa degli interessi politici di vari Stati membri che il terrorismo lo utilizzano e sponsorizzano. Se Kafala vuole sapere che cosa significa terrorismo, forse farebbe meglio a consultare un dizionario anziché le Nazioni Unite. Terrorismo non è lo stesso di violenza politica. Il terrorismo è violenza condotta deliberatamente contro obiettivi inermi allo scopo specifico di incutere terrore in una comunità e soggiogarla fino a renderla complice.

Ciò che infastidisce Kafala circa il “giudizio di valore” contenuto nella parola terrorismo sembra essere l’idea che sia qualcosa di sbagliato e riprovevole. A quanto pare di capire, lo infastidisce definire la strage a Charlie Hedbo e al supermercato ebraico come un atto di terrorismo perché tale definizione implica che sia sbagliato.

In sostanza, anziché cogliere l’occasione per parlare chiaro al proprio pubblico arabo dicendo pane al pane, Kafala preferisce compiacere la concezione così diffusa fra i suoi ascoltatori secondo cui gli attacchi contro ebrei non sono mai vero terrorismo. E così, anche un atto di evidente terrorismo come quello di Parigi non può essere indicato con il suo nome.

(Da: honestreporting, 27.1.15)

Terrorismo significa indurre un diffuso senso di paura, più o meno giustificato, per mezzo di atti violenti, o di dichiarazioni che minacciano il ricorso alla violenza, contro bersagli non combattenti, con lo scopo precipuo di perseguire vantaggi o obiettivi politici. Definizione proposta da Boaz Ganor, direttore dell’International Policy Institute for Counter-Terrorism.