Tolte le sanzioni, l’Iran investe miliardi per disseminare odio e guerra. E la sua popolazione si ribella

Netanyahu: “ridicole” le accuse di Teheran, “sbagliato” il silenzio dei governi europei

Yuval Steinitz, ministro israeliano dell’energia e della sicurezza nazionale

L’ostinazione dell’Iran nello spendere una fortuna in guerre al di fuori dei suoi confini, anziché concentrarsi sullo sviluppo della sua economia, è sconcertante e sfida la logica. E’ quanto ha affermato il ministro israeliano dell’energia e della sicurezza nazionale Yuval Steinitz, in un’intervista concessa a Times of Israel, edizione in persiano, lo scorso 20 dicembre, pochi giorni prima che migliaia di iraniani scendessero nelle piazze per protestare contro il regime.

Secondo Steinitz, la maggior parte degli iraniani sa che Israele è una potenza economica ed è interessata a stabilire legami amichevoli con lo stato ebraico. “Francamente – ha detto il ministro – non si capisce perché i contribuenti iraniani debbano spendere circa un miliardo di dollari ogni anno per finanziare una milizia libanese” come l’organizzazione terrorista islamista Hezbollah, lo scagnozzo sciita dell’Iran, dedito alla distruzione di Israele. “Non si capisce, ed è una cosa che va avanti da anni”. L’Iran, ha spiegato Steinitz, ha investito miliardi di dollari, direttamente e indirettamente, nel tentativo di creare due fronti strategici che abbracciano quasi tutto il Medio Oriente. Sul fianco nord di questa “mezzaluna sciita”, truppe iraniane e forze finanziate da Teheran sono operative in Siria, Iraq e Libano. Il fianco sud è costituito dai ribelli Houthi nello Yemen e da gruppi palestinesi a Gaza sostenuti da Teheran. “Oggi – ha osservato Steinitz – gli iraniani sono implicati in conflitti in tutto il Medio Oriente, e la cosa costa loro molto caro in termini di denaro e di vite umane, sia di iraniani che dei loro succedanei. E non credo che, alla fine, realizzeranno qualcosa: non distruggeranno l’intero mondo arabo, non riusciranno a dominare Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Emirati Arabi”.

Influenza dell’Iran in Medio Oriente (in inglese – clicca per ingrandire). La mappa, di fonte Ha’aretz, è incompleta in quanto non riporta l’influenza dell’Iran su Hamas e Jihad Islamica Palestinese nella striscia di Gaza

Steinitz, membro del partito Likud del primo ministro Netanyahu, ha ricordato che le potenze occidentali sostenevano che le risorse finanziarie ottenute dall’Iran grazie all’accordo sul nucleare sarebbero state utilizzate per ricostruire l’economia del paese. Invece, come aveva avvertito Israele, “stanno investendo miliardi di dollari nelle guerre in Siria, Libano, Iraq e altri luoghi. I rappresentanti di Stati Uniti ed Europa confidavano che, dopo la revoca delle sanzioni, l’Iran si sarebbe concentrato sulla risoluzione dei problemi interni e non sull’aggressione in tutto il Medio Oriente: sbagliavano”.

Rispondendo un paio di settimane fa alle domande di Times of Israel edizione persiana, Steinitz, un ex professore di filosofia, ha descritto gli iraniani come “un popolo pieno di talento” e “una grande nazione”. “Naturalmente – ha detto – mi aspetto che un giorno il popolo iraniano si sollevi e dica: basta, vogliamo la democrazia, vogliamo i diritti civili, vogliamo lo sviluppo e un’economia forte, vogliamo buoni rapporti con il mondo, non vogliamo distruggere nessun altro stato, né lo stato ebraico né gli stati arabi vicini, e vogliamo tornare ad essere una grande nazione”.

“Certo – ha continuato Steinitz – dopo decenni di indottrinamento e lavaggio del cervello, sicuramente ci sono persone in Iran che odiano davvero Israele. Ma penso che la maggior parte degli iraniani non abbia nulla contro Israele e il popolo ebraico. Penso che la maggior parte di loro vorrebbe ristabilire buone relazioni tra israeliani e iraniani. Sanno che Israele è diventato un centro globale di ricerca e sviluppo tecnologico, forse il secondo più importante dopo gli Stati Uniti”.

La ragazza iraniana senza velo che sventola il suo hijab bianco in mezzo a una strada affollata, diventata il simbolo delle sanguinose proteste anti-regime in corso in questi giorni in Iran. La donna è stata arrestata mercoledì scorso

Nei tempi biblici l’impero persiano fu “la superpotenza più amichevole” verso il popolo ebraico, ha aggiunto Steinitz ricordando re Ciro, che regnò tra il 559 e il 530 a.e.v. e che, secondo il racconto biblico, permise agli ebrei di tornare a Gerusalemme dopo l’esilio babilonese. “Gli ebrei hanno sempre avuto un approccio positivo verso la Persia, e penso che valga anche il contrario. Non c’è nessun vero conflitto tra il popolo iraniano e il popolo israeliano”. Israele e Iran hanno goduto di buoni rapporti fino alla rivoluzione islamista di Khomeini del 1979.

Un cambio di regime, ha concluso il ministro israeliano, “può venire solo dall’interno. Quel regime brutale è ancora molto forte, come si vede. Ma credo che, alla fine, quello che è successo in Unione Sovietica e in tanti altri regimi crudeli in tutto il mondo, accadrà anche in Iran, perché si tratta di una grande nazione piena di persone di talento. La maggior parte delle persone, in Iran, ha una mentalità aperta e capisce che è il regime che procura loro enormi danni. Non vivere in una democrazia, ma sotto un regime brutale è un’umiliazione per la maggior parte degli iraniani, e un giorno loro stessi metteranno fine a tutto questo”.

(Da: Times of Israel, 1.1.18)

L’affermazione del presidente iraniano Hassan Rouhani secondo cui ci sarebbe Israele dietro alle proteste di piazza antigovernative in corso nel paese è “non solo falsa, ma ridicola”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervento per la prima volta sugli sviluppi in Iran da quando sono iniziate le proteste, con un video messaggio postato lunedì su Facebook e YouTube con sottotitoli in lingua farsi.

Netanyahu ha anche criticato i paesi europei per il loro silenzio su ciò che sta accadendo in Iran. Mentre il presidente Usa Donald Trump ha tweettato il suo sostegno ai manifestanti almeno cinque volte da quando sono iniziati i disordini, sentimenti analoghi non sono stati espressi dai rappresentanti europei. Particolarmente clamoroso il silenzio dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, che non ha twittato nulla sulle proteste in Iran sebbene spesso tweetti in tempo reale sugli eventi nel resto del mondo. Ad esempio, aveva twittato contro la recente decisione di Trump di riconoscere che la capitale d’Israele è a Gerusalemme il giorno prima, il giorno stesso e il giorno dopo l’annuncio del presidente americano. E il ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel, che il giorno successivo all’annuncio aveva ritwittato la nota del suo Ministero contro la dichiarazione di Trump su Gerusalemme, non ha ancora reagito ai fatti in Iran.  (Da: Jerusalem Post, 2.1.18)

Netanyahu: “Ho sentito oggi l’affermazione del presidente dell’Iran Rouhani che c’è Israele dietro alle proteste in Iran. Ciò non solo è falso. E’ ridicolo. A differenza di Rouhani, non intendo insultare il popolo iraniano, che merita di meglio. Coraggiosi iraniani si riversano nelle piazze. Chiedono libertà. Chiedono giustizia. Chiedono le libertà fondamentali che vengono negate loro da decenni. Lo spietato regime iraniano spreca decine di miliardi di dollari per diffondere odio: denaro che potrebbe costruire scuole e ospedali. Non c’è da stupirsi se madri e padri stanno manifestando per le strade. Il regime è terrorizzato da loro, dalla propria stessa popolazione. Ecco perché incarcerano studenti, ecco perché proibiscono i social network. Ma sono sicuro che la paura non l’avrà vinta, perché il popolo iraniano è intelligente, è evoluto, è fiero. Oggi rischiano tutto per la libertà. Purtroppo molti governi europei guardano in silenzio gli eroici giovani iraniani che vengono percossi per le strade. Questo è semplicemente sbagliato e io, per quanto mi riguarda, non starò in silenzio. Quel regime cerca disperatamente di seminare odio tra noi, ma non ci riuscirà. E quando il regime alla fine cadrà – e un giorno succederà – iraniani e israeliani saranno di nuovo grandi amici. Auguro successo al popolo iraniano nella sua nobile ricerca della libertà”.