Torna l’istigazione all’odio sui media palestinesi

Anche la tv dall’Autorità Palestinese torna a invocare la cancellazione di Israele.

image_509Dopo poche settimane di pausa, i media palestinesi hanno ripreso a fomentare massicciamente odio e violenza contro Israele, a cominciare dalla televisione gestita dall’Autorità Palestinese tornata a invocare esplicitamente la distruzione dello Stato di Israele. Lo ha rivelato domenica il centro studi Palestinian Media Watch, con sede a Gerusalemme, preannunciando i contenuti di un rapporto sui media palestinesi nel dopo-Arafat, che verrà diffuso la prossima settimana.
Un sermone palestinese mandato in onda venerdì scorso dalla televisione palestinese invocava il ritorno ai confini precedenti la nascita dello stato nel 1948, avvertendo l’America di non spostare l’ambasciata a Gerusalemme. “Noi diciamo no al ritorno ai confini del 1967 – diceva il sermone letto da Ibrahim Mudayris, secondo la traduzione dall’arabo fornita dal centro studi – Quello che vogliamo è il ritorno ai veri confini del nostro paese, ai confini del 1948. E ci torneremo”. Il sermone settimanale trasmesso dall’emittente palestinese proseguiva mettendo in guardia gli Stati Uniti dal traslocare la loro ambasciata in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, un passo già richiesto dal Congresso, e avvertendo che tale mossa costituirebbe “l’ultimo chiodo piantato nella bara dell’America”. “Per la vita di Allah – continuava il sermone – l’America verrebbe sepolta il giorno in cui la sua ambasciata fosse trasferita a Gerusalemme”.
Il predicatore che ha letto il sermone, capo dell’Associazione per l’Apprendimento del Corano, è un dipendente stipendiato dal Ministero palestinese degli Affari Religiosi, spiega Itamar Marcus, direttore del Palestinian Media Watch. Marcus aggiunge che il predicatore palestinese in questione – che ha alle spalle una lunga storia di istigazione, compresi appelli per lo sterminio del popolo ebraico – era scomparso dalle trasmissioni della tv palestinese per alcune settimane dopo la morte di Yasser Arafat lo scorso 11 novembre, ma da due settimane è ricomparso.
“L’istigazione all’odio ad ogni livello – aggiunge Marcus – è ripartita a pieno ritmo”. Lo scorso 27 dicembre la televisione palestinese ha trasmesso un appello al genocidio ad opera del leader religioso palestinese Hassan Khater, fondatore dell’Enciclopedia Al Quds e conferenziere televisivo. “Come ha detto Mohammed [Maometto] in un suo Hadith – ricordava la trasmissione – il tempo non verrà finché non combatterete gli ebrei e la roccia e l’albero diranno: oh musulmano, servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo”.
A novembre il leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) aveva incontrato il capo della Palestinian Broadcasting Authority pregandolo di controllare che i programmi messi in onda non contenessero istigazione all’odio e alla violenza. Israele da tempo chiede il rispetto del divieto all’istigazione all’odio e alla violenza, previsto dagli accordi firmati e dalla Road Map, quale pre-condizione per l’avvio di negoziati con la dirigenza palestinese.

(Da: Jerusalem Post, 2.1.05)

Nella foto in alto: lo sceicco Ibrahim Madiras alla tv palestinese