Triplice attentato contro località del Sinai affollate di israeliani

Almeno 30 morti accertati (di cui molti israeliani), più di 160 tra feriti e mutilati.

image_398Almeno 30 morti accertati (di cui molti israeliani), più di 160 tra feriti e mutilati, soprattuto israeliani ed egiziani: questo il primo bilancio, ancora provvisorio, del triplice attentato terroristico che ha colpito giovedì sera due località turistiche nel Sinai egiziano, molto frequentate da turisti israeliani specie in questo periodo di festività (Sukkot). Tra le vittime anche egiziani, russi e cittadini di altri paesi.
Venerdì mattina sono 38 gli israeliani che mancano all’appello.

L’attentato più devastante è avvenuto intorno alle 22.00 (ora locale), quando un’esplosione ha causato il crollo del soffitto del salone d’ingresso e il successivo crollo di un’ala di 10 piani dell’Hotel Hilton a Taba, a pochi passi dal confine con Israele. Poco dopo, altre due esplosioni avvenivano 50 km più a sud, sempre sulla costa del Mar Rosso, in un campeggio nella vicina località di Ras Satan, presso Nuweiba: almeno due israeliani restavano uccisi, più di 40 i feriti e mutilati.

Due autobomba sarebbero esplose all’ingresso dell’Hilton Taba Hotel mentre un terrorista suicida si faceva esplodere sulla spiaggia di fronte all’albergo, in un’area riservata ai giochi dei bambini. Secondo stime della polizia israeliana, i due veicoli contenevano non meno di 100 kg di esplosivo. Uno dei motori delle auto è stato rinvenuto all’interno della sala d’ingresso dell’hotel.
Quasi contemporaneamente avveniva il secondo attentato: un attacco combinato con bomba e raffiche di armi da guerra contro due ristoranti frequentati da turisti israeliani a Ras Al-Satan.

Al momento degli attentati, nel Sinai egiziano si trovavano 12-15.000 turisti israeliani, per la maggior parte precipitosamente rientrati in Israele la notte stessa. “Basta – ha dichiarato una turista israeliana in fuga dagli attentati – non torneremo mai più nel Sinai: questo è l’esodo dall’Egitto 2004”.

L’attentato all’albergo di Taba è stato rivendicato con una telefonata alla AFP da una sigla poco nota: Jama’a Al-Islamiya Al-Alamiya (Gruppo Islamista Mondiale), “per vendicare i martiri palestinesi e arabi che muoiono in Palestina e Iraq”. Il gruppo minaccia “una seria di operazioni di martirio [attentati suicidi] durante il mese di Ramadan” (che quest’anno inizia a metà ottobre).

Sebbene con qualche ritardo, i soccorritori israeliani sono potuti intervenire direttamente a Taba, in territorio egiziano. I rapporti fra Israele ed Egitto (regolati da un tratto di pace firmato nel 1979) non sono facili. In passato Israele aveva più volte premuto per arrivare a un sistema di coordinamento dei soccorsi in caso di attentati o disastri, ma le autorità egiziane si erano sempre opposte con determinazione. Oggi, nel momento dell’emergenza, sembra che gli egiziani siano stati più collaborativi.
Col passare delle ore, tuttavia, emergono numerose testimonianze israeliane che lamentano una pessima cooperazione da parte egiziana nei momenti più drammatici delle operazioni di soccorso.

Feriti israeliani sono stati trasportati all’ospedale Josepthal, della vicina città israeliana di Eilat, e al Soroka Medical Center di Beersheba. Israele sta facendo convergere su Eilat medici, chirurghi e assistenti sociali da tutto il sud del paese. La Stella Rossa di Davide ha lanciato una campagna per raccogliere sangue in tutto Israele.

Circa un mese fa, alla vigilia del periodo di festività ebraiche, i servizi israeliani avevano segnalato la possibilità di attentati nel Sinai egiziano, sconsigliando agli israeliani di trascorrervi le vacanze.

Il consigliere per la sicurezza dell’Autorità Palestinese Jibril Rajoub si è affrettato a dichiarare alla tv Al-Jazeera, non è chiaro sulla base di quali informazioni, che “nessuna fazione palestinese” sarebbe responsabile del triplice attentato.
“Il terrorismo colpisce tutti i paesi liberi – ha dichiarato venerdì mattina il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom – compresi i paesi musulmani vicini all’occidente e a Israele”.

L’ultimo grande attentato terroristico su suolo egiziano fu il massacro a raffiche di mitra di 58 turisti stranieri e 4 egiziani nella località archeologica meridionale di Luxor, nel 1997, ad opera di un nutrito commando islamista.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, 8.10.04)

Nella foto in alto: un’intera ala dell’albergo di Taba devastata dall’esplosione.