Tunnel dei ribelli anti-romani scoperti a Cana di Galiela

Una serie di eccezionali rinvenimenti nel sito, vecchio di tremila anni, ricordato dal Nuovo Testamento come il villaggio del primo miracolo di Gesù.

image_1130Scoperta eccezionale degli archeologi israeliani che hanno trovato i resti di un’antica città israelita che risale a tremila anni fa, scavando nel villaggio arabo israeliano di Kfar Kana in Bassa Galilea.
L’area, situata a nord di Nazareth, è venerata dai cristiani come il luogo in cui Gesù avrebbe compiuto il suo primo miracolo.
L’insediamento esisteva sin dai tempi del regno unito di re Salomone e del regno d’Israele seguito alla scissione tra Israele e Giuda nei secoli X e IX a.e.v.
Durante i recenti scavi sul sito, iniziati tre mesi fa, sono emersi una sezione delle antiche mura della città e resti di edifici, ha detto Yardena Alexander, che dirige gli scavi. Alexander ha aggiunto che sono state trovate prove che indicano che il luogo fu distrutto durante il IX secolo a.e.v., probabilmente da forze nemiche.
Oltre al muro, sono stati trovati un assortimento di vasi di terracotta, grandi quantità di ossa di animali, uno scarabeo che raffigura un uomo circondato da due coccodrilli e un sigillo di ceramica con l’immagine di un leone.
Secondo i più autorevoli archeologi israeliani, in seguito alla distruzione dell’antica città israelita il sito fu abbandonato fino a che le sue rovine non furono nuovamente abitate da coloni ebrei all’inizio del periodo romano, nel I secolo e.v.,.
L’identità dei residenti come ebrei della Galilea è già nota da scavi precedenti compiuti sul sito, e da informazioni storiche che identificano l’insediamento come “Kana di Galilea”, noto al Nuovo Testamento come il luogo in cui Gesù compì il suo primo miracolo trasformando l’acqua in vino in occasione di un matrimonio ebraico.
Nel corso di scavi precedenti fatti sul sito qualche anno fa, durante i quali l’antico insediamento fu identificato come Kana di Galilea, gli archeologi scoprirono i resti di edifici, macine e forni di pietra, e vari bagni ebraici di purificazione o mikveh, uno dei quali alto più di due metri con un soffitto ad arco.
Alcuni degli antichi muri distrutti nel IX secolo a.e.v. furono riutilizzati per nuove costruzioni circa mille anni dopo, nel I secolo e.v., e furono costruiti nuovi pavimenti.
I coloni ebrei costruirono capanne a forma di igloo sulle rovine dell’insediamento precedente, con la roccia sottostante come pavimento. Una di queste abitazioni è stata scoperta in una delle gallerie e in essa sono stati trovati 11 vasi integri per la conservazione, tipici della seconda metà del I secolo e.v.
Sono state rinvenute anche delle capanne sotterranee collegate fra loro da corte gallerie, che sembra siano state scavate e costruite prima della grande rivolta degli ebrei contro i romani del 66-70 e.v. Gli archeologi ritengono che le gallerie che collegavano le capanne fossero usate come nascondigli durante la rivolta.

(Da: Jerusalem Post, 14.0306)

Nella foto in alto: veduta aerea degli scavi a Kfar Kana (nord Israele).