Tutto Israele è “Palestina” per il movimento guidato da Abu Mazen

Mentre il presidente palestinese sostiene d’aver riconosciuto Israele.

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Il logo per le celebrazioni del 48esimo anniversario della nascita di Fatah: Israele è cancellato dalla carta geografica

LA DICHIARAZIONE DI ABU MAZEN (AI GIORNALISTI AD ANKARA)

“Non sono d’accordo con la dichiarazione di Khaled Mashaal sul non riconoscimento di Israele perché noi, di fatto, lo abbiamo riconosciuto nel 1993”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) durante una visita in Turchia, facendo rifermento al comizio tenuto a Gaza, sabato scorso, dal capo del politburo di Hamas. “Un accordo di quattro articoli fra Fatah e Hamas – ha aggiunto Abu Mazen – prevede la prospettiva a due stati, e Mashaal ha approvato quell’accordo”.
(Da: Jerusalem Post, 13.12.12)

IL LOGO DELL’ANNIVERSARIO DI FATAH CHE CANCELLA ISRAELE DALLA CARTA GEOGRAFICA (PER LE CELEBRAZIONI A GAZA E IN CISGIORDANIA)

Il quotidiano dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida ha pubblicato il logo ufficiale che è stato scelto per le celebrazioni del 48esimo anniversario della nascita di Fatah, il movimento guidato da Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Il logo è composto da vari simboli, tra i quali una mappa della “Palestina” (coperta dai colori della kefiah palestinese) che comprende anche tutto lo stato di Israele.
Tutta la pubblicistica palestinese, istituzionale e non, è caratterizzata dalla costante rappresentazione della mappa della Palestina con la cancellazione di Israele dalla carta geografica.
Nel logo di Fatah compaiono anche il mitra, simbolo della lotta armata, e la chiave, simbolo della rivendicazione del “diritto al ritorno”, cioè del diritto dei profughi palestinesi e dei loro discendenti a stabilirsi in Israele anche dopo la nascita di uno stato palestinese a fianco di Israele.
Si legge nell’articolo comparso su Al-Hayat Al-Jadida: «L’alto esponente di Fatah nella striscia di Gaza, Yahya Rabah, ha sottolineato che il movimento quest’anno terrà un grande raduno principale nella striscia di Gaza per la ricorrenza del 48esimo anniversario dell’inizio della rivoluzione palestinese. Rabah ha spiegato all’agenzia di stampa palestinese Ma’an che l’evento verrà organizzato tenendo in considerazione l’atmosfera di riconciliazione e di unità che prevale sulla scena palestinese da alcune settimane, in seguito ai successi sul campo di battaglia [lo scontro armato Hamas-Israele nella striscia di Gaza del novembre scorso] e i successi alle Nazioni Unite [il voto in Assemblea Generale del 29 novembre che ha elevato la rappresentanza palestinese al rango di “stato osservatore non membro”, senza negoziato né accordo con Israele]. Il comitato organizzativo per il 48esimo anniversario di Fatah ha approvato il logo per l’anniversario di quest’anno. Il raduno avrà luogo a Gaza per marcare il 48esimo anniversario della moderna rivoluzione palestinese sotto lo slogan “lo stato e la vittoria”».
(Da: Al-Hayat Al-Jadida, 10.12.12)

Dall’archivio di israele.net:
IL PIANO A FASI PER LA DISTRUZIONE DI ISRAELE

Dopo la guerra di Yom Kippur (ottobre 1973), alla luce dell’ennesima riprova che gli arabi, nonostante i successi iniziali dovuti all’attacco a sorpresa, non erano in grado di “risolvere” la questione Israele con la forza attaccandolo sulle linee post-67, l’Olp maturò un nuovo approccio strategico passato alla storia come “il piano a fasi”.
Il piano prevedeva che, attraverso la “lotta armata”, si giungesse alla creazione di una “autorità nazionale indipendente combattente” su qualunque porzione di territorio palestinese liberato (art. 2), per poi proseguire la lotta contro Israele usando come base il territorio indipendente (artt. 4 e 8) e cercando di coinvolgere i paesi arabi confinanti in una nuova conflagrazione generale che portasse alla definitiva distruzione di Israele (art. 8).
Mentre torna d’attualità la questione del riconoscimento del diritto di Israele ad esistere, può essere utile rileggere l’indicazione strategica del 1974, considerando quanto essa possa essere ancora compatibile con documenti e dichiarazioni che, oggi, sembrano indicare il riconoscimento di Israele da parte di vari soggetti in campo arabo e palestinese.
E anche significativo il fatto che l’organismo di autogoverno nato dagli accordi di Oslo venga sempre indicato, oggi, dai palestinesi come “Autorità Nazionale Palestinese”, usando la denominazione del “piano a fasi” del ’74, benché i testi di tutti gli accordi degli anni ’90 lo indichi semplicemente come “Autorità Palestinese”.
Lo stesso sforzo di “riconciliazione” Fatah-Hamas riecheggia il “rafforzamento dell’unità nazionale” indicato dall’art. 7 del “piano a fasi” come strumento per mettere l’Olp in condizione di perseguire i suoi “obiettivi nazionali”, mentre l’art. 10 demandava alla direzione del movimento il compito di stabilire “le tattiche” più utili per realizzare tali obiettivi.

TESTO DEL “PIANO A FASI” DELL’OLP
adottato alla 12esima sessione del Consiglio Nazionale Palestinese (Cairo, 9.6.1974):
«Il Consiglio Nazionale Palestinese, sulla base della Carta Nazionale Palestinese e del Programma Politico tracciato dall’undicesima sessione tenuta il 6-12 gennaio 1973, e sulla base della propria convinzione che è impossibile stabilire una pace giusta e duratura nella regione se non vengono ristabiliti tutti i diritti nazionali del popolo palestinese, e in primo luogo il suo diritto al ritorno e all’autodeterminazione sull’intero suolo della sua madrepatria, e alla luce di un’analisi delle nuove circostanze politiche che si sono create nel periodo fra l’ultima sessione del Consiglio e quella presente, decide quanto segue.
1. Ribadisce la precedente posizione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina [Olp] sulla Risoluzione 242 [del Consiglio di Sicurezza dell’Onu], che rimuove il diritto nazionale del nostro popolo e tratta la causa del nostro popolo come un problema di profughi. Il Consiglio pertanto si rifiuta di avere a che fare con questa Risoluzione a qualunque livello, arabo o internazionale, compresa la Conferenza di Ginevra [convocata da Usa e Urss il 21.12.73, sotto gli auspici dell’Onu, per dare applicazione alle Risoluzioni 242/67 e 338/73 del Consiglio di sicurezza].
2. L’Olp impiegherà ogni mezzo, e prima di tutto la lotta armata, per liberare il territorio palestinese e creare una autorità nazionale indipendente combattente per il popolo su ogni porzione di territorio palestinese che venga liberato. Ciò richiederà ulteriori cambiamenti da realizzare nell’equilibrio di forze a favore del nostro popolo e della sua lotta.
3.L’Olp lotterà contro qualunque proposta di entità palestinese il cui prezzo sia il riconoscimento, la pace, frontiere sicure, la rinuncia ai diritti nazionali e la negazione del diritto del nostro popolo al ritorno e del suo diritto all’autodeterminazione sul suolo della sua madrepatria.
4. Ogni passo verso la liberazione è un passo verso la realizzazione della strategia dell’Olp volta a istituire lo stato democratico palestinese indicato nelle risoluzioni dei precedenti Consigli Nazionali.
5. Lotta insieme alle forze nazionali giordane per la creazione di un fronte nazionale giordano-palestinese il cui scopo sarà quello di istituire in Giordania un’autorità nazionale democratica in stretto contatto con l’entità palestinese istituita attraverso la lotta.
6. L’Olp lotterà per creare unità nella lotta fra i due popoli e fra tutte le forze del movimento di liberazione arabo che concordano con questo programma.
7. Alla luce di questo programma, l’Olp lotterà per rafforzare l’unità nazionale ed elevarla a livello tale da metterla in condizione di adempiere ai compiti e agli obiettivi nazionali.
8. Una volta istituita, l’autorità nazionale palestinese si batterà per arrivare all’unione dei paesi di prima linea, allo scopo di completare la liberazione di tutto il territorio palestinese, come un passo avanti lungo la strada verso la complessiva unità araba.
9. L’Olp si batterà per rafforzare la sua solidarietà con i paesi socialisti [i.e. del campo sovietico] e con le forze di liberazione e di progresso in tutto il mondo, con lo scopo di frustrare tutti i piani del sionismo, della reazione e dell’imperialismo.
10. Alla luce di questo programma, la dirigenza della rivoluzione deciderà le tattiche che saranno utili e che renderanno possibile la realizzazione di questi obiettivi.
Il Comitato Esecutivo dell’Olp farà ogni sforzo per attuare questo programma. Qualora sorgesse una situazione rilevante per il destino e il futuro del popolo palestinese, verrà convocata l’Assemblea Nazionale in sessione straordinaria.
Dodici giorni prima della firma degli accordi di Oslo del 13 settembre 1993, venne trasmesso dalla radio giordana un discorso pre-registrato al popolo palestinese in cui Yasser Arafat diceva: “[L’accordo] sarà la base per uno stato palestinese indipendente, secondo la risoluzione che il Consiglio Nazionale Palestinese ha promulgato nel 1974. La risoluzione del 1974 chiede l’istituzione di un’autorità nazionale in qualsiasi parte del suolo palestinese da cui Israele si ritira o che viene liberata”.»