TV di Hamas: I morti palestinesi sono tutti civili, anche i combattenti della jihad

Ecco come nascono i dati che vengono poi rilanciati da stampa e organismi internazionali

Per la tv di Hamas, i morti palestinesi sono tutti civili, anche i combattenti della jihad, mentre i civili israeliani sono tutti legittimi obiettivi militari. Ecco come nascono i dati sulle vittime civili palestinesi che vengono poi acriticamente rilanciati ogni giorno dalla stampa e dagli organismi internazionali.

 

“I combattenti della jihad sono civili palestinesi che adempiono al loro dovere religioso e nazionale”

Voce del conduttore della tv di Hamas Al-Aqsa (10 agosto 2014): «Sappiamo che il pubblico palestinese è un pubblico civile. Anche le forze di sicurezza, la polizia stradale e la protezione civile sono tutte forze civili. Anche i combattenti della jihad [guerra santa] sul campo di battaglia sono in realtà civili palestinesi che adempiono al loro dovere religioso e nazionale. Questo è il motivo per cui [non possiamo fare] distinguo e dire “una macchina civile”, “un obiettivo civile” e così via, dal momento che non abbiamo un esercito regolare e nessun vero obiettivo militare, come cerca di sostenere l’occupazione nella sua propaganda». (Da: PMW Bulletin, 11.8.14)

 

 “Non avere pietà, ignora il mondo intero che dice che sono dei civili”

Voce dello sceicco Bassam Kayed, capo dell’Associazione studiosi islamici palestinesi in Libano, alla tv di Hamas Al-Aqsa (20 luglio 2014): «Il mio augurio ai combattenti della jihad, se sentono queste parole, è che entrino negli insediamenti [città nel sud di Israele]: sangue per sangue, uccisione per uccisione, distruzione per distruzione, massacro per massacro. Sconfiggeteli! Anche se abbiamo massacrato i loro soldati, noi diciamo [dei civili israeliani]: figlio di Al-Qassam [combattente di Hamas], figlio dell’islam, loro sono tutti soldati, loro sono tutti invasori, sono tutti criminali. Non avere pietà di nessuno di loro. Figlio dell’islam, ignora il mondo intero che dice che sono dei civili». (Da: Da: PMW Bulletin, 11.8.14)

 

“Chi non investe un ebreo con l’auto non è un vero uomo e non appartiene alla Palestina”

Intervistato dalla tv libanese Al-Quds lo scorso 30 luglio 2014, il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum ha esortato i palestinesi di Cisgiordania e gli arabi israeliani a compiere attentati contro civili israeliani.

Fawzi Barhoum: «Lasciatemi dire forte e chiaro, al nostro popolo in Cisgiordania: non avete delle auto? Non avete delle moto? Non avete dei coltelli? Non avete dei bastoni? Non avete dei bulldozer? Non avete dei camion? Chiunque abbia un coltello, un bastone, un’arma o una macchina e non li usa per travolgere un ebreo o un colono, e non li usa per uccidere decine di sionisti, costui non appartiene alla Palestina. La Palestina dice forte e chiaro: veri uomini sono quelli che vendicano il sangue di Gaza, veri uomini sono quelli che vendicano il sangue della striscia di Gaza. I veri uomini non dormiranno finché non avranno vendicato il sangue di Gaza. Alla nostra gente all’interno della Linea Verde [arabi in Israele] diciamo: è tempo che voi dichiariate una nuova fase di questa lotta. Le considerazioni politiche e sociali non contano nulla. Il sangue e il martirio sono le uniche considerazioni che contano. Il popolo palestinese non ha altra scelta che condurre questa battaglia a Gaza, in Cisgiordania, a Gerusalemme e in tutte le città della Palestina occupata [Israele]». (Da: Memri, 30.7-9.8.14)

 

“Tutti qui sussurrano: perché Hamas non ha accettato l’iniziativa egiziana all’inizio della guerra”. Dopo un mese di guerra causata dai lanci di razzi contro Israele ad opera dei gruppi armati palestinesi, fra gli abitanti di Gaza iniziano a levarsi voci critiche verso Hamas, l’organizzazione che controlla la striscia di Gaza dopo aver preso il potere con un sanguinoso golpe nel giugno 2007. In un servizio pubblicato mercoledì, il Washington Post cita ad esempio Ziad Abu Halool, un palestinese impiegato nel “governo” di Gaza, secondo il quale Hamas ha “commesso molti errori”. “Tutte le fazioni palestinesi devono smettere di sparare razzi: basta, abbiamo sofferto abbastanza”, ha detto Halool al giornale americano. I razzi sparati da zone residenziali, dalle moschee e dalle scuole di Gaza verso le città israeliane hanno scatenato la dura reazione delle Forze di Difesa israeliane, che successivamente hanno inviato truppe di terra per trovare e distruggere i tunnel usati da Hamas e da altri gruppi armati per far passare armi e combattenti, e per infiltrare commando di terroristi nei centri abitati al di là della frontiera israeliana. Rafaat Shamiya, 40 anni, residente a Beit Lahiya nel nord della striscia di Gaza, condanna il lancio di razzi da aree abitate che inevitabilmente provoca la reazione delle forze israeliane. “Quando sparano da qui – ha detto al Washington Post – Israele ci ripaga con un attacco aereo”. Shamiya ci tiene comunque a sottolineare che dà innanzitutto a Israele la colpa per le distruzioni a Gaza. Ma altri abitanti di Gaza, continua il giornale, criticano Hamas per non aver accolto la proposta di cessate il fuoco egiziana accettata da Israele dopo la prima settimana dell’operazione “Margine protettivo” quando non si erano ancora mosse le truppe di terra. “Tutti qui sussurrano: perché Hamas non ha accettato l’iniziativa egiziana all’inizio della guerra, quando il numero di vittime era ancora basso?”, dice il giornalista e analista politico palestinese Hani Habib citato dal Washington Post. I gruppi armati “avrebbero dovuto accettare il cessate il fuoco – dice Hathem Mena, un insegnante di 55 anni – Si sarebbe potuto fermare lo spargimento di sangue, e siamo noi quelli colpiti dalla guerra, le nostre case e le nostre vite”. Altri abitanti di Gaza, che preferiscono non dare il proprio nome, hanno detto al giornale americano che non credono che Hamas aiuterà la ricostruzione nella striscia di Gaza. “Loro si limitano a combattere Israele, e poi lasciano perdere tutto il resto – dice il 20enne Mahmoud, che preferisce non dare il cognome – Chi poi ne paga il prezzo è la gente comune”. (Da: YnetNews, 13.8.14)