Tzipi Livni: “Lo status di profugo palestinese è l’unico al mondo ad essere ereditario: il modo migliore per impedire la soluzione del conflitto”

L’ex ministra degli esteri israeliana invita a stabilire un codice democratico universale che impedisca alle organizzazioni antidemocratiche di prendere il potere

La parlamentare israeliana Tzipi Livni con il presidente azero Ilham Aliyev, venerdì scorso, al Global Forum di Baku (Azerbaijan)

L’Europa dovrebbe considerare i profughi palestinesi come l’esempio di cosa non fare nella sua attuale crisi dei rifugiati. Lo ha detto venerdì la parlamentare Tzipi Livni, di Unione Sionista (opposizione laburista israeliana) intervenendo al Global Forum di Baku, in Azerbaijan.

Parlando alla conferenza internazionale in materia di sicurezza, Livni ha messo a confronto il processo di assorbimento e integrazione in Israele dei profughi ebrei cacciati dai paesi arabi e la situazione dei profughi palestinesi, sottolineando come questi ultimi siano stati e continuino ad essere usati come arma di ricatto e come “merce di scambio” dai loro stessi capi. “Lo status di profugo palestinese – ha spiegato Tzipi Livni – è ereditario e passa di padre in figlio, così la questione dei profughi rende estremamente difficile risolvere il conflitto: i palestinesi sono indotti ad aspettare in eterno un tipo di soluzione che non arriverà mai”. Ricordando che i profughi palestinesi sono l’unica comunità di rifugiati al mondo per i quali lo status di profugo viene conferito alle generazioni successive, Tzipi Livni ha detto che dalla loro vicenda il mondo può solo imparare come esacerbare un problema, anziché risolverlo.

Presente alla conferenza c’era, fra gli atri, Fuad Seniora, primo ministro libanese durante la seconda guerra anti-terrorista in Libano dell’estate 2006, quando Livni era ministra degli esteri d’Israele. A proposito del Libano, Livni ha osservato come Hezbollah, un’organizzazione terroristica foraggiata dall’Iran, abbia approfittato delle elezioni democratiche per ottenere più potere a tutto danno del Libano stesso. “Il mondo – ha detto Livni – dovrebbe stabilire un codice democratico universale che impedisca a organizzazioni antidemocratiche come Hamas e Hezbollah di prendere il potere. Un robusto codice democratico universale che fissasse chi può partecipare alle elezioni avrebbe impedito a Hamas di prendere il potere a Gaza e usare il terrorismo per perseguire i suoi obiettivi”. Secondo Livni, un siffatto codice andrebbe utilizzato anche in Siria, mentre la proposta fa pensare anche alla vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani in Egitto nel 2011-12. Livni ha avuto parole di elogio per la decisione della scorsa settimana dei paesi del Golfo di dichiarare Hezbollah un’organizzazione terroristica.

A margine della conferenza, la parlamentare di Unione Sionista ha incontrato il presidente azero Ilham Aliyev, al quale ha detto che le relazioni fra Israele e Azerbaijan possono costituire un modello per altri paesi musulmani.

(Da: Jerusalem Post, 13.3.16)

Dan Margalit

Dan Margalit

Scrive Dan Margalit, su Israel HaYom: «Non è più solo l’Arabia Saudita e il Consiglio degli stati del Golfo: ora è l’intera Lega Araba che designa Hezbollah come organizzazione terroristica. Ma non lo fanno i parlamentari arabo-israeliani dei partiti Balad e Hadash, della Lista Araba Comune. Non è cosa da poco. I saggi dicono che un peccato ripetuto diventa un’abitudine, e questo è ciò che sta accadendo con le posizioni di questi partiti arabi. Sono completamente e costantemente ostili a tutto ciò che ha a che fare con Israele e la maggioranza ebraica del paese si è abituata a questo comportamento, lo accetta come un dato di fatto. Esistono paesi democratici che non userebbero tutta questa pazienza e tolleranza verso partiti su tali posizioni. Ma ora le cose si fanno ancora più gravi. La Lega Araba ha definito terrorista Hezbollah in base a suoi propri criteri, del tutto indipendentemente da Israele. Nessun interesse arabo sunnita, cristiano o laico implicherà una cooperazione con Hezbollah. Ed anche fra gli sciiti c’è grande disaccordo su dove indirizzare la propria lealtà. Ora l’insistito sostegno a Hezbollah da parte della Lista Araba Comune getta nuova luce su una situazione assai preoccupante: anche se l’intero mondo arabo-islamico ritiene Hezbollah una presenza distruttiva, c’è un fatto che prevale su ogni altro, agli occhi di questi parlamentari arabo-israeliani, ed è che Hezbollah e il suo capo Hassan Nasrallah restano fondamentali per via della loro violenta ostilità contro Israele. Jamal Zahalka e soci hanno deciso che, per loro e per il loro elettorato, il principio di causare danni a Israele è più importante e viene prima di ogni legittimo interesse degli arabi in Medio Oriente e in Occidente. Una notizia ben triste per tutti coloro che si sono spesi per decenni cercando di integrare gli arabi israeliani nel delicato tessuto della nostra società. Ora è chiaro che questa è la posizione dichiarata e praticata da questi membri arabi della Knesset. Ed appare anche chiaro che è una posizione consapevolmente in contrasto con la volontà del loro stesso elettorato. Questi parlamentari arabo-israeliani non hanno fatto una sola mossa verso una politica di pace e coesistenza fra arabi ed ebrei. Ma fino a quando resteranno attaccati a questa posizione resteranno del tutto irrilevanti per il dialogo arabo-ebraico». (Da: Israel HaYom, 13.3.16)