Un angelo a Tel Aviv

Heffner, Avraham, Come Abelardo, come Eloisa. Un romanzo d'amore e due racconti, trad. di D. Mano, revisione di G. Luce, Giuntina, Firenze 2003, pp. 239, 13 €.

Un angelo a Tel-Aviv

Avraham Heffner, Come Abelardo, come Eloisa. Un romanzo d’amore e due racconti, trad. di D. Mano, revisione di G. Luce, Giuntina, Firenze 2003, pp. 239, 13 €.

Questo libro pubblicato da Giuntina e tradotto dall’ebraico è un po’ diverso dai testi della letteratura israeliana che siamo abituati a vedere in italiano, e sembra appartenere più al genere del romanzo europeo. A quale tipo di romanzo siamo abituati? Prima di tutto a quello politico (Amos Oz, A. B. Yehoshua) o epico (Meir Shalev) oppure a sfondo storico o auto-biografico (Yoram Kaniuk, Aharon Appelfeld, Amos Oz del bellissimo Una storia di amore e di tenebra). Il romanzo di Heffner è per un lettore israeliano il libro di un intellettuale laico, ashkenazita, di cultura profondamente europea e non ebraica. È la storia d’amore tra una giovane ragazza persiana (la cui famiglia è originaria di Mashad e molto osservante), Miriam, e Yona, un professore dell’Università di Tel-Aviv, solitario nella sua vita privata, molto colto e appassionato dell’insegnamento, una sorta di monaco impegnato nel sociale che non vuole lasciarsi coinvolgere sentimentalmente e che è istintivamente abituato a difendere la sua privacy. Tra Miriam e Yona nasce una corrispondenza che ricalca quella tra Abelardo ed Eloisa e questo filo narrativo è presente in tutta la trama del romanzo. La vicenda ha una sua suspence che bisogna rispettare e pertanto non riveleremo cosa accade in questa sorta di iniziazione all’amore di un professore universitario da parte della sua giovane studentessa, sorta di bildungsroman al contrario. Sullo sfondo troviamo Tel-Aviv e il suo mare, la sua luce bianca, un attentato terroristico, il problema dell’immigrazione illegale in Israele (una questione ancora poco nota ai media italiani, che non immaginano Israele possa essere un paese nel quale africani e cinesi lottano per arrivare).
Il romanzo è ben costruito e ricco di rimandi letterari e filosofici. Vi si ritrovano le atmosfere del bellissimo libro di Anne Michaels, In fuga [Giunti, 1998] e, nelle ultime pagine, di uno strano racconto di Sha”y Agnon, Rabbi Gadiel il bambino (in corso di pubblicazione presso Adelphi).
Il romanzo è soprattutto una storia d’amore e anche una storia del rapporto tra letteratura e vita reale. Lascerà al lettore un senso di grazia e di malinconica serenità, simile alla luce del Mediterraneo quando si avvicina la sera.