Un anno cruciale per Olmert

Impossibile sminuire lenormità del compito che sta di fronte al nuovo primo ministro israeliano.

Da un editoriale di Ha'aretz

image_1195Le celebrazioni per il 58esimo anniversario dell’indipendenza di Israele cadono in un momento di scombussolamento nella leadership del paese, e coincidono con monumentali cambiamenti nel panorama politico e nel discorso pubblico. Dopo anni di deleterie lacerazioni interne, esiste ora un ampio consenso fra gli israeliani circa gli obiettivi nazionali, i più importanti dei quali sono salvaguardare il carattere democratico ed ebraico di Israele e affrontare il crescente divario sociale.
La composizione del nuovo governo di Ehud Olmert, che entrerà in carica giovedì all’indomani della Giornata dell’indipendenza, è espressione dello sforzo nazionale di perseguire questi obiettivi. Il nuovo governo verrà giudicato in base alla sua capacità di adempiere a questo compito. Da questo momento in avanti, Olmert deve focalizzarsi su un traguardo chiave, un traguardo che si è impegnato a perseguire durante la campagna elettorale: smantellare l’avventura degli insediamenti forgiata dai suoi predecessori e raggruppare la popolazione israeliana all’interno di confini pensati ex novo, e questo per garantire che Israele continui a godere di una maggioranza ebraica e per porre termine al soggiogamento della popolazione palestinese.
Impossibile sminuire l’enormità del compito che sta di fronte al primo ministro. Attuare il piano di convergenza [cioè raccogliere la popolazione israeliana nei territori in pochi grandi blocchi di insediamenti a ridosso della ex linea armistiziale] comporta un enorme sforzo politico, diplomatico e finanziario. Assicurarsi l’appoggio degli Stati Uniti, completare la barriera di separazione, ridispiegare le Forze di Difesa israeliane, approntare subito un piano per lo sgombero, l’indennizzo e la ricollocazione dei coloni sgomberati sono tutti elementi essenziali per la riuscita del progetto. Ma da soli non bastano. Lo smantellamento di decine di insediamenti che si trovano sull’altro versante della barriera difensiva comporterà un conflitto con il nocciolo duro ideologico del movimento dei coloni, ancora aggrappato ai suoi sogni anche dopo non essere riuscito a impedire lo sgombero dalla striscia di Gaza.
L’anno venturo sarà cruciale. Quando celebrerà il suo 59esimo anniversario dell’indipendenza, Israele dovrà essere chiaramente avviato verso la confluenza all’interno di nuovi confini e verso la fine dell’occupazione. Questo è il modo migliore di salvaguardare il futuro di Israele e il suo benessere per gli anni a venire.

(Da: Ha’aretz, 2.05.06)