Un esercito etico, che indaga e corregge se stesso

Caso raro al mondo, e sicuramente unico in Medio Oriente, le Forze di Difesa israeliane esigono dai soldati alti standard morali, continuamente aggiornati

Soldati israeliani durante un’azione d’arresto nel campo palestinese di Deheishe, presso Betlemme

Le Forze di Difesa israeliane stanno elaborando un nuovo documento che istruirà i soldati su come prepararsi per affrontare meglio qualsiasi dilemma etico che potrebbero incontrare prestando servizio in Cisgiordania.

Il documento, che dovrebbe essere completato nelle prossime settimane, è il risultato, fra l’altro, dell’analisi degli interrogatori di palestinesi che hanno effettuato attacchi terroristici contro israeliani sostenendo d’essere stati motivati dal desiderio di vendetta contro i soldati, accusati d’aver trattato in modo ingiusto loro, i loro amici o i loro famigliari.

Scritto dal comandante della Brigata Efraim, Roi Sheetrit, su disposizione del comandante della Divisione Cisgiordania, Lior Carmeli, il documento indica ai soldati il modo corretto in cui condurre gli arresti, compreso il modo migliore per entrare e perquisire le case dei palestinesi sospetti e delle loro famiglie, così come il modo corretto di trattare gli arrestati.

Nella loro battaglia quotidiana contro il terrorismo, le Forze di Difesa israeliane svolgono frequenti raid in Cisgiordania, quasi sempre notturni, che portano all’arresto di sospetti terroristi, alla confisca di armi illegali e alla chiusura di officine per la produzione di armi ed esplosivi: un’azione costante che  garantisce un alto grado di prevenzione riducendo in modo notevole il numero di attentati. Durante queste attività, tuttavia, i soldati si trovano ad affrontare di frequente, in condizioni di altissima tensione, tutta una serie di situazioni che nulla hanno a che fare con il campo di battaglia cui li ha preparati l’addestramento militare. Secondo un alto ufficiale israeliano, “si tratta di cose che i soldati non apprendono durante il loro addestramento. Anche soldati di eccezionale valore a volte possono uscire dal seminato quando si trovano ad affrontare eventi moralmente problematici. Non è sempre bullismo, è semplicemente che a volte si trovano in una situazione che non sono obiettivamente in grado di valutare. Quando un battaglione entra in un villaggio, voglio che i miei soldati siano in grado di entrare in contatto con i residenti palestinesi e sappiano come comportarsi correttamente con loro, nonostante tutte le difficoltà e i limiti connaturati a una risoluta azione militare ad alto rischio”.

Soldati israeliani durante un raid a Jenin contro officine per la fabbricazione di armi illegali

Sebbene il numero di eventi “problematici” sia relativamente basso, il Comando Centrale delle Forze di Difesa israeliane ritiene che si debba fare lo sforzo di prevenirli prima che si verifichino, giacché la possibilità che accadano è sempre in agguato, soprattutto quando si opera in situazioni letteralmente esplosive in cui la pressione e lo stress sono molto alti.

Un incidente particolare, filmato a Hebron da una telecamera della ong israeliana B’Tselem, ha visto due agenti della polizia di frontiera confiscare in malo modo la bicicletta di una bambina palestinese di otto anni e gettarla in un cespuglio. I militari, che sono stati sospesi dal servizio, hanno spiegato che cercavano di proteggere la bambina impedendole di mettersi in pericolo entrando in una zona off limits. L’episodio viene citato nel nuovo documento delle Forze di Difesa israeliane come uno dei casi di studio eticamente “problematici”. Un altro caso citato è quello di due soldati della Bigata Nahal recentemente condannati per aver dato fuoco alla legnaia di un palestinese a Nablus. I soldati hanno confessato e si sono assunti la piena responsabilità del gesto, dicendo agli investigatori d’aver agito d’impulso nell’eccitazione del momento. “Ho macchiato l’onore della mia brigata, dell’esercito ed anche, si potrebbe dire, del mio paese – ha detto uno dei due – E’ stato un errore e se avessi riflettuto un po’ di più non l’avrei fatto. Sappiamo di esserci comportati da idioti”.

Le Forze di Difesa israeliane ritengono che i soldati, soprattutto quelli che non sono ancora stati in servizio nelle aree in cui vi è attrito quotidiano con i palestinesi, devono ricevere una formazione etica supplementare. Secondo l’alto ufficiale già citato, il nuovo documento “darà ai soldati gli strumenti per affrontare situazioni delicate: il documento non solo fornisce le linee guida sulle regole di ingaggio, ma anche le linee guida su come trattare tutte le persone con rispetto e in modo professionale”.

(Da: Jerusalem Post, 21.11.16)