Un medico israeliano in guerra contro lAids

I farmaci non servono se non ci sono ambulatori e personale in grado di somministrarli correttamente, ed è questo che Alkan sta cercando di fare.

image_593Quando il dott. Michael Alkan dell’Università Ben Gurion del Negev fu invitato ad unirsi al fronte della lotta contro l’AIDS installando ambulatori in un villaggio remoto nella pianure del Botswana, la sua risposta fu immediata: “Quando parte il prossimo aereo?”
Il professore, noto in tutto il mondo come esperto di AIDS, è quasi sempre in viaggio. In passato, ha aiutato a installare una scuola di medicina nel Kenya rurale e ha lavorato in condizioni difficilissime in molti paesi in via di sviluppo. Recentemente è stato nel sud-est asiatico per aiutare le vittime dello tsunami.
In un’intervista, Alkan ha detto che si potrebbe dire che il suo hobby è quello di aiutare la sanità nei paesi del Terzo Mondo, aggiungendo la sua battuta favorita: “Si dice che i migliori medici vadano all’inferno”.
Nonostante il tono lieve, non c’è nulla di frivolo nell’attività di Alkan. Di tutti i suoi progetti, ritiene che questo in Botswana sia il più importante, in quanto riguarda la vita di milioni di persone.
Alkan (nato a Gerusalemme nel 1941, laureato all’Università di Gerusalemme, fondatore nel 1974 dell’unità malattie infettive del Soroka University Medical Center) è stato scelto dalla filiale israeliana di un gigante farmaceutico per far parte di un’équipe internazionale che sta cercando di salvare il Botswana, e di creare un modello di cura che possa essere utilizzato in tutta l’Africa, un continente che sta letteralmente morendo ogni minuto.
Le cifre sono spaventose. L’AIDS ha il potenziale per distruggere completamente l’Africa: muoiono 40.000 africani ogni settimana. La malattia, che in occidente è ora curabile se non guaribile, potrebbe uccidere 10 milioni di persone in Africa entro la fine del decennio, se non è tenuta sotto controllo.
Diverse ragioni hanno fatto del Botswana il fronte principale per la battaglia mondiale contro l’AIDS. In primo luogo, è uno dei paesi più colpiti, con la percentuale di malati più alta al mondo, dovuta a una tradizione di promiscuità che ha reso praticamente inutile qualunque tentativo di educazione alla prevenzione dell’AIDS.
Inoltre, il Botswana è ricco: è forse il paese africano più ricco su una base pro capite.
E’ un paese ricco, dice Alkan, con proventi dal commercio dei diamanti, dal bestiame e dal turismo. E’ anche una democrazia con tolleranza zero per la corruzione, e il governo è stato abbastanza coraggioso da ammettere che l’AIDS è un grosso problema, e dedicare un budget e molte risorse a combatterlo.
Tutti questi fattori hanno contribuito all’interesse di moltissimi enti internazionali a salvare questa nazione. Grazie alle sovvenzioni, in Botswana viene ora usato il più recente cocktail di farmaci, che in occidente ha trasformato la malattia da mortale a breve termine in cronica a lungo termine.
Il Botswana è il primo paese africano che fornisce ai suoi cittadini cure gratuite contro l’AIDS. Ma non è ancora abbastanza. I farmaci non servono se non ci sono gli ambulatori ad assicurarsi che siano somministrati correttamente, ed è questo che Alkan sta cercando di fare.
Il compito di Alkan non è solo insegnare allo staff locale la tecnica del trattamento dell’AIDS, ma anche insegnare come convincere la popolazione a sottoporsi ai test e combattere la malattia, invece di soccombere fatalisticamente.
Al momento, metà degli adulti tra i 25 e i 29 anni ha il virus, compresa metà delle donne incinte. La prospettiva di vita è di 40 anni, e presto la metà dei bambini del paese saranno orfani. Il problema principale è la promiscuità tra i giovani dai 15 ai 25 anni, in quanto alle ragazze è stato insegnato a non rifiutare mai le profferte sessuali degli uomini, i quali di solito rifiutano l’uso di profilattici. Così naturalmente la malattia si espande.
Ma nonostante i molti ostacoli, Alkan vede dei progressi negli ambulatori che ha creato. Oggi, i pazienti trattati sono 33.000, contro i 3.500 di due anni fa.
Dice Alkan che questo programma potrà essere considerato un successo solo se verrà replicato in altri paesi africani. Lui è pronto a saltare su qualunque aereo lo renda possibile.

(Da: www.Israel21c.org, 27.02.05)

Nella foto in alto: il dottor Michael Alkan al lavoro in Botswana