Un membro della delegazione saudita in Israele: “Gli israeliani vogliono la pace”

Abd al-Mujid al-Hakim: “La società che ho incontrato è diversa dall’immagine che ne abbiamo nei paesi arabi”

Stretta di mano fra l’ex generale saudita Anwar Eshki in visita in Israele (a sinistra) e il direttore generale del Ministero degli esteri israeliano Dore Gold. Tra loro, Elliott Abrams, del Council on Foreign Relations.

Abd al-Mujid al-Hakim, un membro della delegazione saudita che ha recentemente visitato Israele e territori palestinesi, ha detto venerdì alle trasmissioni in arabo della BBC d’essersi convinto che la società israeliana vuole la pace.

“Nelle società arabe – ha detto Hakim – l’immagine che si ha della società israeliana è che essa abbracci una cultura della morte, che brami versare sangue e che non creda nella pace. Questa immagine non è corretta. La società israeliana che ho incontrato abbraccia una cultura di pace, ha creato realizzazioni che vuole proteggere, desidera la convivenza e vuole la pace”.

Hakim, che è anche direttore del Middle East Center for Strategic and Legal Policy di Jedda, ha aggiunto che a suo parere l’attuale situazione di stallo nel processo di pace non dipende dalle posizioni politiche di Israele. “Il problema tra le parti israeliana e palestinese non è che hanno posizioni diverse – ha spiegato – Quando abbiamo parlato con il direttore generale del Ministero degli esteri israeliano Dore Gold, con i parlamentari della Knesset e con membri di organizzazioni che si battono per la pace, le divergenze non riguardavano l’iniziativa di pace araba. Loro sostanzialmente accettano l’iniziativa di pace araba. Il problema è la mancanza di fiducia reciproca tra le parti”.

La delegazione saudita incontra imprenditori e accademici a Gerusalemme lo scorso 22 Luglio

Hakim ha aggiunto che lui e i suoi colleghi non si propongono di arrivare solo a una pace politica tra gli stati, ma anche a una pace generale tra i popoli. “Non vogliamo una pace come quella di Camp David [con l’Egitto, 1979]. E’ vero che si tratta di una pace che è riuscita, in termini politici, ma non è riuscita a livello popolare. Noi vogliamo la pace e la fine delle sofferenze attraverso una pace politica e popolare”.

Hakim ha anche esortato coloro che hanno condannato la visita della sua delegazione a non abusare della questione palestinese per loro propri guadagni politici. “Smettiamola di sfruttare il problema palestinese e le sofferenza dei palestinesi per ottenere vantaggi politici nella regione: facciamola finita con questo sfruttamento”. Hakim ha poi difeso la visita della sua delegazione, dicendo che lo scopo è raggiungere la pace: “Stiamo diffondendo la pace. Vogliamo ottenere una nuova realtà per il cittadino palestinese, diversa dalla misera realtà in cui attualmente vive”.

Hakim, il suo collega ex generale saudita Anwar Eshki e gli altri sauditi giunti in Israele nel quadro della delegazione per incontrare rappresentanti ufficiali e membri della società civile sia israeliani che palestinesi, la scorsa settimana hanno subito pesanti attacchi, critiche e smentite a causa della loro iniziativa.

(Da: Jerusalem Post, 31.7,16)