Un paese tutto da scoprire

Dai forti “Tegart” del mandato britannico, ai caravanserragli medievali, alle decine di reliquari d’ogni religione il visitatore armato di buone gambe può trovare perle che i turisti normalmente non si danno nemmeno la pena di cercare

Da un articolo di Seth Frantzman

image_2686Esplorare Israele può essere una delle esperienze più gratificanti. Per quelli abituati a vastissimi scenari, come negli Stati Uniti o in Sud Africa, Israele presenta un’area da scoprire decisamente minuscola. Ma, nonostante questo, è ricco di diversità. L’Authority dei Parchi Nazionali ha fatto un ottimo lavoro designando i siti più importanti, creando una miriade di luoghi unici da visitare. Tuttavia questi siti ben pubblicizzati, come i castelli dei crociati o le antiche sinagoghe, rappresentano solo la punta dell’iceberg. Ci sono interi strati di storia rimasti inesplorati, eppure maestosi e ricchi di bellezza e di storia.
La chiave per esplorare il paesaggio storico-geografico sta nell’osservarlo per strati. Per ogni strato di storia c’è un numero corrispondente di siti sopravvissuti che si possono vedere. Alcuni periodi hanno un gran numero di siti ben conservati che sono facilmente accessibili al pubblico. Il periodo più notevole da questo punto di vista è quello dei Crociati, con una dozzina di luoghi di grande interesse come Apollonia, Belvoir, Montfort, Antripatris, Castel, la chiesa del Santo Sepolcro, Ein Hemed e Cesarea.
Ma per l’esploratore intrepido, il camminatore allenato, l’archeologo dilettante ma appassionato o per qualunque studente di storia, la vera gioia nell’esplorare la terra d’Israele sta nel trovare i posti che sono “fuori dalle piste battute”. Purtroppo nessuna guida offre al lettore un’adeguata introduzione al percorrere il paese a piedi. “La Terra Santa, guida archeologica Oxford”, in vendita in qualunque libreria, cerca di fare un’introduzione molto sommaria, ma è gravemente carente. Tenterò io di offrire una rapida introduzione su dove si possono cercare le grandi perle della storia che costellano tutto il paese.
Una delle storie comincia nel 1937, al culmine della rivolta araba che costò centinaia di vite ebraiche, inglesi ad arabe. Nel dicembre 1937 arrivò in Palestina il 56enne Charles Augustus Tegart. Veterano dei combattimenti contro il terrorismo bengalese in India, fu incaricato dal governo mandatario inglese di studiare la polizia locale e di suggerire delle riforme. Dopo aver incoraggiato misure innovative come una barriera di sicurezza lungo il confine libanese e la punizione di villaggi arabi complici con le bande, Tegart suggerì che gli inglesi costruissero una serie di fortini di polizia in cemento. In totale ne furono costruiti 56 presso incroci strategici e nelle maggiori città arabe come Rafah e Shfaram. Tutti i forti Tegart esistono ancora oggi, e sono caratteristici per il loro aspetto tozzo e brutto. Poiché si trovano tutti nel centro di grandi città o presso incroci, sono facili da rintracciare e da visitare. Molti di essi furono teatro di importanti combattimenti nel corso della guerra d’indipendenza del 1948 , e sono quindi guarniti di targhe esplicative per i visitatori. Latrun sulla strada per Gerusalemme, Nebi Yusha affacciata sulla Valle di Huleh e Gesher, vicino a Beit She’an, spiccano come i più facili da visitare.
Un altro aspetto affascinante del paesaggio del paese sono i numerosi khan o caravanserragli. La maggior parte fu costruita tra il XIII e il XVI secolo durante il periodo della dominazione mamelucca e ottomana. Il classico khan era un grande edificio squadrato con una zona centrale aperta. Erano fatti per proteggere i viaggiatori, particolarmente i mercanti, e quindi teoricamente erano a non più di una giornata a cavallo l’uno dall’altro. La guida di Eliahu Stern “Caravanserragli: strade e locande in Terra d’Israele” (in ebraico) identifica i resti di 67 di essi. Alcuni dei meglio conservati, come Khan Yunis (da cui prende la nota località nella striscia di Gaza), non si possono attualmente visitare. Si può invece visitare Khan Jubb Yosef, vicino al kibbutz Amiad, che si affaccia sul lago di Tiberiade. Khan Yarda, che divenne la magione di un ricco arabo negli anni ’90 del XIX secolo, è situato vicino a Mishmar Hayarden. Khan al-Tujjar è facilmente visibile sulla strada da Afula, subito prima dell’incrocio Golani.
Un altro aspetto trascurato del paesaggio è la presenza di numerose “tombe di sceicchi”, che costellano la campagna. Una volta erano tappe di pellegrinaggi, feste e tradizioni locali. I più importanti sono Nebi Yusha, dove i musulmani del posto un tempo credevano che fosse sepolto Gesù, e Nebi Reuben, dove credevano fosse sepolto Ruben. Nebi Yusha è facilmente accessibile dalla strada ed è situato di fronte al forte Tegart con lo stesso nome che si affaccia sulla Valle di Huleh. Nebi Reuben è più difficile da raggiungere e richiede una camminata dalla spiaggia di Palmahim sulle dune.
Nessun autore ha mai cercato di creare una lista esauriente di tutti i reliquari in questo paese. Tewfik Canaan nel 1927 ne pubblicò una parziale nel suo “Santi e santuari maomettani in Palestina”. Una lista compilata dal governo mandatario mostra 20 famose tombe col nome Sheikh Muhammad, per non parlare delle centinaia di altre associate ad altri sceicchi, rabbini, santi e profeti.
Un esploratore a piedi o in auto, armato di una buona mappa e di qualche libro di riferimento, sarà premiato da un’esperienza di grande soddisfazione e vedrà la Terra d’Israele in nuovo del tutto modo. Gli strati di paesaggio sono presenti in tutti i maggiori siti. Si consideri Beit Guvrin, sito di una chiesa crociata, di un forte Tegart, di rovine romane, ebraiche, pagane e di un khan.
Adesso voi, viaggiatori più consapevoli, saprete rintracciare e riconoscere gli elementi e gli strati che la maggior parte di quelli che visitano un famoso sito non si danno nemmeno la pena di cercare.

(Da: Jerusalem Post, 09.11.09)
Nelle foto in alto. Sopra: il Khan al Umdan di Acco (S.Giovanni d’Acri). Sotto: un ex forte Tegart trasformato in ristorante a Majd al-Krum, poco a est di Acco