Un po’ più soli

Israele non condivide la valutazione Usa e continuerà ad attrezzarsi per la minaccia nucleare iraniana

Da un articolo di Alex Fishman

image_1925Probabilmente a Teheran stanno festeggiando. Il rapporto americano che sostiene che il programma iraniano per le armi nucleari è congelato dal 2003 rappresenta un colpo sotto la cintura per la battaglia sull’arena internazionale contro l’atomica iraniana.
La sorpresa dei dirigenti israeliani non nasce dal rapporto in se stesso, del quale erano stati avvertiti. L’establishment della difesa conosceva da tempo questa tesi, sviluppata dalle agenzie di intelligence statunitensi, circa un Iran che sarebbe assai più lontano dall’acquisire la bomba di quanto non risulti dalle stime israeliane: è una tesi che già emergeva, qua e là, nei colloqui fra i servizi di informazione dei due paesi.
La sorpresa nasce piuttosto dal gap nelle informazioni. I dirigenti della difesa israeliana non riescono a capire da dove gli americani abbiano tratto l’idea che Teheran, dopo aver congelato nel 2003 il processo di sviluppo del nucleare militare, non l’abbia più ripreso sino ad oggi. Le informazioni a disposizione dei servizi di intelligence israeliani e occidentali dimostrano che l’Iran sospese realmente il processo nel 2003, a causa delle pressioni internazionali (era l’anno della guerra all’Iraq di Saddam Hussein), ma le stesse informazioni dicono che gli sforzi vennero ripresi un paio d’anni dopo per continuare fino ad oggi.
I dirigenti della difesa israeliana evitano di contestare apertamente i colleghi d’oltreoceano, ma a porte chiuse si dicono convinti che le agenzie di intelligence americane stanno semplicemente prendendo un abbaglio nelle loro valutazioni sia sulla tempistica, sia riguardo a certe fasi dello sviluppo delle capacità nucleari iraniane.
Secondo i rapporti occidentali, gli iraniani si sarebbero imbattuti in problemi di vario tipo durante il processo di arricchimento dell’uranio e questo avrebbe effettivamente causato dei ritardi. Ma gli iraniani sono riusciti a risolvere i maggiori problemi e ad andare avanti. Secondo gli israeliani l’Iran, se non incontrerà altri grossi ostacoli, disporrà di capacità nucleari militari già nel 2009-2010. Gli americani la pensano diversamente.
I dirigenti israeliani sono convinti che il rapporto americano di fatto tenga conto di pochi dati, comprese le pressioni internazionali che hanno condotto ai ritardi del nucleare iraniano. Il rapporto, dicono gli israeliani, è estremamente cauto anche perché l’intelligence americana è ancora sotto shock per le aspre critiche subite a causa dell’errata valutazione sulle armi di distruzione di massa irachene.
Ciò che preoccupa gli israeliani è che il rapporto Usa possa allentare la pressione internazionale sull’Iran: se si parla di un’atomica iraniana solo fra cinque o sei anni, e solo nel caso che il progetto militare venga ripreso, allora non si giustificano azioni decise contro l’Iran nel prossimo futuro, per non dire di eventuali azioni militari.
La difesa israeliana ribadisce che Israele continuerà ad attenersi alla realtà dei fatti e alle valutazioni professionali d’intelligence in suo possesso. Anche se c’è un gap d’informazione con gli americani, dicono gli israeliani, su un aspetto fondamentale la valutazione è comune: la combinazione data dall’attuale regime iraniano e dalla sua determinazione a dotarsi di armi nucleari costituisce una minaccia alla pace nel mondo. Una discrepanza di quattro-cinque anni nelle valutazioni israeliana e americana in fondo non è essenziale, giacché i preparativi con cui un paese si attrezza di fronte a questo genere di minacce si misurano in anni, non certo in mesi o settimane. Israele non ha alcuna intenzione di rallentare o fermare i suoi preparativi. Ora, però, sarà un po’ più solo.

(Da: YnetNews, 5.12.07)

Nella foto in alto: Postazione antiaerea davanti all’impianto nucleare iraniano di Bushehr