Un tunnel sotto il confine per fare attentati dentro Israele

Scoperta una galleria eccezionalmente attrezzata, costruita dai terroristi col cemento che Israele lasciava entrare a Gaza per le case dei civili

All’interno del tunnel dei terroristi

All’interno del tunnel dei terroristi

Hanno scavato per più di un anno utilizzando martelli, trapani e pale. Hanno messo in opera migliaia di archi e lastre di cemento (per lo più prodotti che Israele a lasciato entrare a Gaza per alleviare la crisi nel settore delle costruzioni civili) per un peso complessivo di 500 tonnellate. Hanno teso cavi elettrici e del telefono, hanno postato binari per carrelli.

Il tunnel dei terroristi scoperto giovedì scorso dalle Forze di Difesa israeliane al confine con la striscia di Gaza è lungo più di 1,7 km, appare eccezionalmente sofisticato e testimonia della fiorente industria che ruota intorno al terrorismo e all’irriducibile obiettivo di realizzare sequestri e attentati in territorio israeliano, a otto anni dal completo ritiro di tutti i civili e militari israeliani dalla striscia di Gaza.

Nei giorni scorsi ingenti forze del Genio hanno impiegato ruspe e camion per portare alla luce le aperture e il tragitto del tunnel, che inizia nei pressi del villaggio di al-Absan Zarir, a est di Khan Yunis, nella striscia di Gaza. Lo sbocco d’uscita, 300 metri all’interno del territorio israeliano, è in un campo di grano incolto non lontano dal kibbutz Ein Hashlosha.

Scavato a una profondità media di 18 metri sotto la superficie, con il punto più basso a 22 metri di profondità sul versate palestinese, il tunnel passa sotto alla barriera di confine che protegge Israele dalle infiltrazioni terroristiche. All’interno è abbastanza alto da permettere a un uomo di camminare liberamente.

I cavi che corrono lungo le pareti consentivano di mantenere comunicazioni ininterrotte con la base, nonché una abbondante illuminazione con lampade alogene a risparmio energetico.

Sacchi di materiale da costruzione, alcuni di produzione egiziana, mostrano che i lavori non erano ancora terminati, e non è chiaro fino a che punto i palestinesi avessero programmato di spingersi all’interno di Israele.

Fieri della loro opera, alcuni costruttori hanno persino inciso i loro nomi sulle pareti di cemento.

I soldati israeliani hanno anche trovato all’interno della galleria resti di cibo e incarti alimentari, che testimoniano delle lunghe ore che i costruttori devono avervi trascorso: insaccati, carte di cioccolato datate lo scorso giugno, una bevanda casearia con scadenza 22/6/2013.

“Si tratta di uno dei più sofisticati tunnel del terrorismo scoperto negli ultimi anni”, ha dichiarato il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Yoav Mordechai.

Il tunnel non è stato scoperto per caso, come in altri casi precedenti, ma grazie ai calcoli del Comando Meridionale e della Divisione Gaza e ai precisi rapporti delle pattuglie sul terreno. Le Forze di Difesa israeliane utilizzano una gamma di strumenti per scoprire i tunnel del terrorismo, diversi dei quali sono tenuti segreti.

Questo è il terzo tunnel scoperto quest’anno, ricorda il capo del Comando Meridionale, generale Sami Turgeman, che aggiunge: “Si tratta in ogni caso di una grave violazione della sovranità israeliana. E se Hamas dovesse riuscire a realizzare i suoi propositi terroristici, in particolare utilizzando un tunnel, ne subirà pesanti conseguenze”.

Secondo Turgeman, “continuano a scavare numerose gallerie e si tratta di una grande industria che coinvolge affittuari di case e terreni, progettisti, scavatori e ingegneri. Si tratta di una vera industria terroristica e tutte le parti coinvolte ne subiranno le conseguenze”, nel caso malaugurato che un attentato dovesse riuscire.

Indicato dalla lettera A, il kibbutz Ein Hashlosha

Indicato dalla lettera A, il kibbutz Ein Hashlosha

Hamas, continua il comandante israeliano, che pure dall’Operazione israeliana “Colonna di nube difensiva” (novembre 2012) impedisce attentati contro Israele e dunque per ora “funziona come un fattore di contenimento”, investe tuttavia “decine di milioni di dollari nello scavo di questi tunnel anziché investirli nella comunità, nella costruzione di case e scuole, nell’industria e nei commerci. Hamas continua a rafforzarsi approfittando cinicamente delle nostre buone intenzioni quando lasciamo che vengano importati a Gaza materiali da costruzione a beneficio dei civili, benché possano essere usati anche per scopi ostili”.

In seguito alla scoperta del tunnel, il Coordinatore per le attività governative israeliane nei Territori, Eitan Dangot, ha ordinato di sospendere fino a nuovo ordine i trasferimenti nella striscia di Gaza di materiali da costruzione.

Turgeman sottolinea che gallerie di questo genere possono essere usate per realizzare rapimenti, attacchi contro le forze israeliane e attentati contro bersagli civili.

Fu penetrando con un tunnel in Israele che Hamas, in collaborazione con altri gruppi terroristici, nel 2006 sequestrò il soldato israeliano Gilad Shalit, poi tenuto come ostaggio per cinque anni e rilasciato solo in cambio della scarcerazione di 1.400 palestinesi condannati per reati contro la sicurezza.

“Un tunnel – conclude il generale – può restare sempre attivo, e non solo in tempo di guerra. E Hamas è sotto pressione dopo che ha perso il sostegno strategico dei Fratelli Musulmani al Cairo”. Specie ora che gli egiziani sono attivamente all’opera per recidere i collegamenti tra i miliziani della Penisola del Sinai e quelli dalla striscia di Gaza. “Eppure – conclude Turgeman – Hamas continua a incrementare il suo arsenale di razzi e a darsi da fare per rafforzare le sue capacità militari e terroristiche”.

“La scoperta di questo tunnel – ha detto il ministro della difesa Moshe Ya’alon – significa aver sventato gravi azioni terroristiche e aver salvato la vita ad israeliani che vivono nella zona. Il tunnel è una prova ulteriore che Hamas, nonostante la tregua che ha dovuto accettare, continua imperterrita a prepararsi per attività terroristiche e per uno scontro con Israele”.

Il portavoce dell’ala militare di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, ha commentato la scoperta del tunnel tra la striscia di Gaza e Israele, dichiarando: “La volontà nella mente e nel cuore dei membri della resistenza conta molto di più delle gallerie scavate nel terreno. Tale volontà è capace di produrre migliaia di tunnel”.

I Comitati di Resistenza Popolare palestinesi hanno sottolineato che la scoperta del tunnel dimostra l’intenzione di proseguire le operazioni con l’obiettivo di rapire soldati israeliani da utilizzare come ostaggi per ricattare Israele e costringerlo a scarcerare terroristi detenuti.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, 13.10.13)