Una manovra imperdonabile

E paradossale che non un solo insediamento sia mai stato rimosso dai governi di Shimon Peres, Yossi Beilin e colleghi.

Da un editoriale di Haaretz

image_404A proposito del concorso dei laburisti al voto con cui la Knesset lunedì sera ha bocciato il discorso programmatico del primo ministro israeliano Ariel Sharon incentrato sul piano di disimpegno da striscia di Gaza e nord Cisgiordania, Ha’aretz commenta:
“(…) E’ paradossale che non un solo insediamento nei territori conquistati nel 1967 sia mai stato rimosso dai governi in cui hanno servito Shimon Peres, Yossi Beilin e i loro colleghi. L’unico governo che ha sgomberato degli insediamenti (più di una decina, dal Sinai) fu un governo Likud guidato da Menachem Begin (ministro della difesa era Ariel Sharon). L’unico altro governo israeliano che finora abbia mai approvato un piano di sgombero di insediamenti è quello attuale, guidato da Sharon e senza laburisti.
Sharon è alla testa di un partito che ha vinto le elezioni dell’anno scorso sulla base di un programma che non prevedeva, per lo meno non esplicitamente, un piano di disimpegno. Dunque è comprensibile che alcuni politici eletti nel Likud e alcuni loro elettori vogliano ricordare a Sharon che egli è solo il loro rappresentante, e che la gente che lo ha mandato al governo ha la facoltà di chiedergli che si rimetta in riga.
Viceversa, il partito laburista dovrebbe presumibilmente cogliere al volo l’occasione. Ormai è chiaro a tutti che era giusto che il suo ex leader temporaneo Amram Mitzna accettasse di entrare nel governo guidato da Sharon se un solo insediamento, Netzarim, veniva sgomberato. I santi non vincono in politica, d’accordo, ma quando qualcun altro fa il lavoro per loro, i santi dovrebbero per lo meno aiutare, rimandando ad altro tempo le rese dei conti.
Laburisti e Sharon sembrano gemelli monozigoti sulla questione del disimpegno, ma nella politica israeliana questo non basta. Mentre il presidente dei laburisti Shimon Peres in vista del voto di lunedì sera era impegnato nelle classiche manovre politiche sul filo del rasoio per costringere Sharon ad adottare posizioni politiche ed economiche più confacenti ai laburisti, alcuni dei suoi colleghi andavano ben oltre la misura portando il gruppo parlamentare a un voto contrario sterile ed assurdo. Le disavventure dei laburisti sono affar loro, e spetterà all’elettorato castigarli. Ma il fatto che essi abbiano seriamente danneggiato una rara opportunità di sbaraccare alcuni insediamenti è qualcosa di imperdonabile.
Anche Sharon ha delle responsabilità per questo scotto. Nei mesi di pausa parlamentare non ha fatto abbastanza per cooptare i laburisti, né per condurre un dialogo costante con gli esponenti chiave di quel partito diviso, senza i quali né lui né la sua politica hanno possibilità di successo. Ha sbagliato a comportarsi così e ora deve darsi da fare per garantirsi il sostegno di tutte le componenti del parlamento che sperano di vedere Israele fuori dalla palude di Gaza”.

(Da: Ha’artez, 13.10.04)