Una provocazione di troppo

Non possono sopportare che lo stato ebraico sia fiorente e sicuro, mentre i loro fratelli arabi si massacrano a vicenda in tutto il Medio Oriente

Di Reuven Berko

Reuven Berko, autore di questo articolo

Reuven Berko, autore di questo articolo

L’incontro dei parlamentari arabo-israeliani del partito Balad – Hanin Zoabi, Jamal Zahalka e Basel Ghattas – con i famigliari dei terroristi uccisi nell’atto di compiere attentati dimostra che evidentemente, per loro, usare i morti per un tornaconto politico è più importante che migliorare la qualità della vita dei cittadini arabi d’Israele.

Le tombe dei terroristi non sono mai state una grande attrazione fra i palestinesi, ma ecco che tutto a un tratto i corpi dei terroristi mandati a uccidere ebrei sono diventati di grandissimo interesse. Se i palestinesi hanno imparato qualcosa dagli ebrei circa il rispetto dei morti, chissà che un giorno non imparino qualcosa anche sul valore della vita.

L’incontro ha visto i parlamentari arabo-israeliani pregare e osservare un momento di silenzio in memoria degli shahid (martiri), mentre le famiglie dei terroristi morti condannavano la loro” esecuzione sul posto”.

Zoabi, Zahalka e Ghattas sanno benissimo che i funerali dei terroristi vengono trasformati in celebrazioni ufficiali del terrorismo e degenerano spesso in tensioni e scontri che favoriscono il reclutamento da parte di gruppi terroristici. Esattamente come i loro amici dell’Olp, i tre parlamentari arabo-israeliani sono favorevoli a una “rivolta popolare” nella quale ogni terrorista è invitato a scegliere liberamente fra lanciare pietre e bombe incendiarie, compiere attentati con coltelli e mannaie, sparare con armi da fuoco, investire pedoni con l’auto o usare ordigni esplosivi.

La domanda è: gli arabi israeliani sono favorevoli alle provocazioni messe in atto dalla maggior parte dei parlamentari della Lista Araba Comune? Molti di loro dicono d’aver votato la lista pur essendo contrari alle sue scelte eversive. Tutti sanno perfettamente che l’incessante bellicismo intifada-fondaio dei parlamentari arabo-israeliani getta continui dubbi sul fatto che i palestinesi di Giudea e Samaria (Cisgiordania) desiderino veramente la coesistenza pacifica. Bisogna chiedersi come mai non prendano posizione coloro che capiscono il potenziale distruttivo del comportamento di questi parlamentari arabo-israeliani.

I parlamentari arabo-israeliani Jamal Zahalka, Hanin Zoabie Basel Ghattas, visti da Skomo Cohen su Israel HaYom

I parlamentari arabo-israeliani Jamal Zahalka, Basel Ghattas e Hanin Zoabi, visti da Shlomo Cohen su Israel HaYom

Da sempre le organizzazioni terroristiche palestinesi modificano la loro agenda politica e le loro tattiche operative in base alle priorità dei loro sponsor: Siria, Iraq, Iran, paesi del Golfo. Una logica simile guida i gruppi dell’estrema sinistra, in Israele e nel resto del mondo, che cercano di erodere e scalzare il governo eletto in Israele e le istituzioni democratiche israeliane per conto di chi paga le loro fatture. L’eversione militante dimostrata dai parlamentari arabo-israeliani pone una domanda pesante: chi sono i loro veri padroni? E’ l’Iran? O forse è il Qatar, che sponsorizza Hamas e che ha dato rifugio all’ex capo di Balad, l’infido Azmi Bishara ricercato dalla giustizia israeliana? Può essere che le loro azioni siano etero-dirette dall’Autorità Palestinese? E se fossero invece agenti agli ordini di Hamas o dello “Stato Islamico” (ISIS)?

La Lista Araba Comune sta facendo un uso cinico della democrazia israeliana nello sforzo di distruggerla. Non possono sopportare il fatto che lo stato ebraico sia fiorente e sicuro, mentre i loro fratelli arabi in tutto il Medio Oriente si uccidono a vicenda, massacrando cristiani e altri “infedeli” e bruciando chiese e moschee. E’ come se si fossero stancati della possibilità di vivere in Israele da eguali e stiano facendo tutto il possibile per importare quel genere di “rivolta popolare” in Israele.

Zoabi, Zahalka e Ghattas preferiscono ignorare il danno catastrofico che arrecano ai cittadini arabi israeliani. Di più, i loro patetici e contorti tentativi di giustificarsi suonano come un insulto all’intelligenza dell’opinione pubblica israeliana. La quale, nel frattempo, sta perdendo la speranza nel concetto stesso di una pace possibile: gli ebrei avevano sperato che gli arabi israeliani potessero essere un ponte verso la coesistenza con i palestinesi, e si ritrovano con l’evidenza che i parlamentari arabo-israeliani tramano attivamente contro la pace.

(Da: Israel HaYom, 7.2.16)