Una vittoria regalata al regime degli ayatollah

Il convoglio del presidente egiziano passerà per la piazza intitolata all’assassino di Sadat.

Di Smadar Peri

image_3526Ecco un’altra ragione per cui Israele deve continuare a cercare una ricomposizione con la Turchia, chiudendo definitivamente l’affare della nave pro-Hamas Mavi Marmara: la Turchia è l’unico paese che ha tirato una sberla dritto sulla faccia delle Guardie Rivoluzionarie, della Guida Suprema Ali Khamenei e degli ayatollah iraniani quando ha dichiarato: non parteciperemo alla riunione dei Paesi Non Allineati a Tehran. Il presidente Abdullah Gul è “impegnato”, il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha “problemi di salute” ed anche il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu ha cose più importanti da fare.
Il vertice dei Paesi Non Allineati non avrebbe suscitato nessuna attenzione se non si fosse tenuto a Tehran. Il Movimento dei Non Allineati, rifondato dopo il crollo dell’Unione Sovietica, è riuscito ad arruolare 119 nazioni, ma ha gli artigli spuntati. Tuttavia, il fatto in se stesso di ospitare il vertice costituisce una vittoria per l’Iran che esce in questo modo dall’isolamento, quantomeno temporaneamente.
Verrà steso un tappeto rosso sotto i piedi del presidente egiziano Mohamed Morsi, che consegnerà le chiavi dei Non Allineati a Mahmud Ahmadinejad. Se fosse stato per lui, il presidente egiziano sarebbe rimasto al Cairo anziché interrompere 33 anni di boicottaggio iniziati quando l’Egitto chiuse la sua ambasciata a Tehran. Sarebbe interessante sentire cosa Morsi avrà da dire quando il suo corteo presidenziale passerà per Piazza Islambouli, a Tehran, intitolata alla memoria di Khalid al-Islambouli, l’islamista che nel 1981 assassinò il presidente egiziano Anwar al-Sadat (“colpevole” d’aver fatto la pace con Israele). Hosni Mubarak non mise piede in Iran per trent’anni a causa di quell’assassinio, ma anche Morsi ha dei conti in sospeso con la Repubblica Islamica circa quei finanziamenti a terroristi e campi d’addestramento segreti che alla fine hanno portato all’uccisione a freddo di sedici militari egiziani nel Sinai.
È probabile che Ahmadinejad durante il vertice dei Non Allineati non si produrrà nei suoi consueti attacchi contro “il cancro sionista”. Gli ayatollah gli hanno detto di attenersi a questioni più scottanti, come la ricerca di appoggi globali al “pacifico” programma nucleare iraniano.
L’ostinazione del Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon di partecipare al vertice è piuttosto sconcertante, soprattutto dopo che recentemente è stato informato che l’Iran non ha intenzione di cooperare con gli ispettori dell’AIEA, l’agenzia Onu sul nucleare. Di più. Un assistente di Ban Ki-moon ha lamentato il fatto che l’Iran continua a trasferire armi e attrezzature militari alle forze siriane fedeli al presidente Assad, e il Libano ha denunciato alle Nazioni Unite che l’Iran sta cercando di innescare in quel paese una guerra civile. Ban Ki-moon ha accampato una serie di giustificazioni che renderebbero comunque pressante la sua visita a Tehran. Ma c’è da chiedersi: cosa va realmente a cercare laggiù, cosa si aspetta di ottenere?

(Da: YnetNews, 27.8.12)

Nella foto in alto: Un poster gigante, a Tehran, inneggia a Khalid Islambouli, l’assassino di Anwar al-Sadat

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