Unaltra strage di Pasqua

Il governo Hamas dell'Autorità Palestinese giustifica e legittima l'attentato di lunedì a Tel Aviv.

image_1167Ancora un volta, una strage terroristica palestinese ha insanguinato le feste della pasqua ebraica.
Un attentatore suicida palestinese si è fatto esplodere alle 13.30 (ora locale) di lunedì, in un chiosco di alimentari nei pressi della vecchia stazione degli autobus nel quartiere di Neveh Sha’anan, nella parte sud di Tel Aviv. Secondo le prime informazioni, l’attentato ha provocato la morte di almeno nove civili israeliani, e una sessantina fra feriti e mutilati, dei quali una decina in gravi condizioni.

L’attentato è avvenuto esattamente davanti allo stesso chiosco dove, nel gennaio scorso, un terrorista della Jihad Islamica si era fatto esplodere causando il ferimento di 32 persone. Dopo quell’attacco, il proprietario ha ingaggiato una guardia privata. Secondo le prime testimonianze, questa volta il terrorista è riuscito a entrare nel chiosco di alimentari, e quando la guardia gli ha chiesto di aprire la borsa per un controllo si è fatto subito esplodere.

Secondo un video di rivendicazione diffuso dall’organizzazione terroristica palestinese Jihad Islamica, l’attentato sarebbe stato realizzato da un giovanissimo palestinese, Sami Salim Khamad, originario della Cisgiordania. Tuttavia anche le Brigate Martiri di al-Aqsa (affiliate a Fatah) hanno rivendicato la strage.

Per tutto il periodo delle festività della pasqua ebraica, che quest’anno in Israele viene celebrata dalla sera di mercoledì 12 a quella di mercoledì 19 aprile, le forze di sicurezza israeliane erano state messe in stato di massima allerta a causa di numerose segnalazioni di imminenti attentati, anche se nessuna indicava specificamente Tel Aviv come bersaglio.
“Non è sempre possibile prevenire questo tipo di attentati – ha dichiarato il primo ministro israeliano ad interim Ehud Olmert – Ma noi sappiamo come reagire e continueremo ad adoperarci con la massima determinazione per sventare questo genere di terrorismo”.

lI portavoce della Casa Bianca Scott McClellan ha definito l’attentato “uno spregevole atto di terrorismo per il quale non esiste alcuna scusa né giustificazione”.

Khaled al-Batash, alto esponete della Jihad islamica palestinese, ha elogiato la strage a Tel Aviv dicendo all’agenzia di stampa palestinese: “Benediciamo il coraggioso popolo palestinese per questa operazione, il cui autore è riuscito ad infiltrarsi attraverso i posti di blocco e le fortificazioni dell’occupante sionista”.

Sami abu-Zohari, portavoce del movimento terrorista palestinese Hamas (attualmente alla guida del governo dell’Autorità Palestinese), ha definito la strage a Tel Aviv “un atto di autodifesa”. “Il nostro popolo – ha detto Sami abu-Zohari – sta combattendo per difendersi e a tale scopo ha il diritto di usare qualunque mezzo”.
Il ministro dell’Autorità Palestinese per i detenuti Waspi Kabaha ha dichiarato che l’attentato “è stato compiuto nel quadro della legittima resistenza palestinese, come risposta alle violazioni e ai crimini dell’occupante”.
Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha deplorato l’attentato in quanto “arreca danno ai più alti interessi del popolo palestinese”.

Le nove vittime dell’attentato palestinese di lunedì a Tel Aviv sono: Victor Erez, 60 anni, di Givatayim; Benjamin Haputa, 47 anni, di Lod (la guardia in servizio al chiosco); Philip Balahsan, 45 anni, di Ashdod (padre di due figli, entrambi feriti nell’attentato); Rosalia Basanya, 48 anni, e Boda Proshka, 50 anni, entrambe lavoratrici di cittadinanza rumena; David Shaulov, 29 anni, di Holon; Lily Yunes, 42 anni, di Oranit; Ariel Darhi, 31 anni, di Bat Yam; Marcel Cohen, 75 anni, turista francese.

(Da: YnetNews, 17.04.06)