Un’intervista molto speciale

Efrat e Matanel di Shalva, organizzazione che si occupa di ragazzi svantaggiati, intervistano Gilad Shalit, l’ex ostaggio di Hamas

 

Matanel, Gilad ed Efrat

Matanel, Gilad ed Efrat

Shalva, un’organizzazione israeliana che opera con ragazzi svantaggiati per promuoverne l’integrazione nella società, ha recentemente inviato due dei suoi migliori giornalisti, Efrat e Matanel, a intervistare in esclusiva Gilad Shalit, l’ex soldato che venne sequestrato da Hamas nel 2006 in territorio israeliano e trattenuto come ostaggio nella striscia di Gaza per cinque anni. Shalit ha potuto fare ritorno in Israele solo nell’ottobre 2011 in cambio della scarcerazione da parte di Israele di più di mille detenuti per terrorismo.

L’intervista di Efrat e Matanel a Gilad, prodotta da Benovici Communication, fa parte del film “Intervista speciale”, una co-produzione Ynet e Shalva in onda nella sua versione completa giovedì sera sul Canale 2 della televisione israeliana.

 

Video: Shalva 2013 – Efrat e Matanel intervistano Gilad Shalit (ca. 6 minuti, in ebraico con sottotitoli in inglese)

 

Il testo:

Gilad – Shalom (salve)

Efrat e Matanel – Shalom

Efrat – Sei nervoso?

Gilad – Sì, e scommetto che voi lo siete di più.

Efrat – Sì, naturalmente.

Efrat – Ciao Gilad, benvenuto.

Gilad – Ciao Efrat e Matanel.

Efrat – Grazie per aver accetto di parlare con noi.

Matanel – Com’è essere il “figlio della nazione”?

Gilad – E’ molto commovente quando sento le gente che dice che sono il figlio di tutti, il figlio della nazione. È molto… è un’affermazione molto forte per me. E mi impegna a relazionarmi con tutti, e ascoltarli.

Efrat – Sapevi quanto tutti, in Israele e nel mondo, ti volevano bene e si preoccupavano per te?

Gilad – Dopo un po’ di tempo, in prigionia, ho potuto vedere un po’ di mass-media e lì ho capito le dimensioni del sostegno per il mio rilascio. Per la maggior parte del tempo non volevo sentirne, volevo evitare di sentire cosa accadeva. Non mi faceva stare bene, forse perché mi faceva pensare a cose spiacevoli, faceva crescere le mie speranze che poi mi abbattevano quando sentivo che le trattative erano di nuovo fallite.

Matanel – Quali esperienze buone hai avuto in prigionia, e quali cattive?

Gilad – L’unica esperienza buona che ho avuto è stata quando mi hanno detto che sarei stato rilasciato. Sono stato emozionato per tutta la settimana, molto emozionato; d’altra parte avevo paura che qualcosa andasse storto. Per quanto riguarda le esperienze brutte, ce ne sono state in abbondanza.

Efrat – Ora, dopo due anni che sei di nuovo con noi, c’è qualcosa che vorresti dire a tuti coloro che ti hanno sostenuto e si sono adoperati così tanto per il tuo rilascio?

Gilad – Ancora una volta vorrei ringraziare l’intero popolo d’Israele per il suo enorme sostegno, che ha svolto una parte significativa nel mio rilascio. Vorrei ringraziare tutti per lo sforzo che hanno fatto, tutte le manifestazioni, le campagne. È stato molto importante per arrivare infine all’accordo sullo scambio di prigionieri. E anche il primo ministro, che alla fine ha preso la decisione che ha portato al mio rilascio.

Efrat – Com’è il Gilad di oggi rispetto a quello di due anni fa?

Gilad – Oggi sono molto più sicuro, mi è più facile camminare per la strada, incontrare persone, parlare con loro. Ho progredito sotto molti aspetti, socialmente, sono stato in molti posti in giro per il mondo, ho partecipato a molti eventi. Questo mi ha veramente aiutato a fare passi avanti.

5 luglio 2010, concerto all’aperto dell'Orchestra Filarmonica di Israele diretta da Zubin Mehta, nel parco nazionale Negev Eshkol, vicino al confine con la striscia di Gaza, in solidarietà con l’ostaggio Gilad Shalit

5 luglio 2010. Concerto all’aperto dell’Orchestra Filarmonica d’Israele, diretta da Zubin Mehta, nel parco nazionale Negev Eshkol, vicino al confine con la striscia di Gaza, in solidarietà con l’ostaggio Gilad Shalit

Matanel – Quando eri in prigionia sapevi che c’erano delle t-shirt su di te?

Gilad – No, non sapevo che ci fossero delle magliette su di me, forse potevo immaginare che ci fossero.

(Obama: “E ancora una volta chiediamo a Hamas di rilasciare Gilad Shalit, che è stato sequestrato da così tanto tempo”.)

Efrat – Dacci una tua impressione del film.

Gilad – E’ stato molto toccante ogni volta che mi nominavate. E ho visto tutto il sostegno, come vi siete battuti. Una delle prime cose che chiedevate in ogni intervista era: quando tornerà a casa Gilad, cosa state facendo per lui?

Efrat – Vero. Eravamo preoccupati per te, volevamo davvero che tornassi a casa.

Gilad – Perciò voglio ringraziarvi per esservi battuti per me.

Efrat – Di niente, e continueremo ad aiutarti più che possiamo, davvero.

Matanel – Cosa vuoi fare da grande?

Gilad – Quando ero piccolo il mio sogno era diventare un atleta. Col tempo ho capito che questo non sarebbe successo. Così, spero di poter fare quello che ho iniziato a studiare: economia e sostenibilità. La sostenibilità si occupa di ambiente, di preservare le fonti energetiche.

Matanel – Abbiamo sentito che fai il giornalista. Chi vorresti intervistare di più?

Gilad – Come voi, anch’io vorrei intervistare Obama e mi piacerebbe che lo intervistassimo insieme.

Efrat – Che cosa vorresti cambiare nel nostro paese?

Gilad – Ci sono molte cose da cambiare, ma ci sono molte cose che bisogna conservare, come l’unità: che nel momento del bisogno, l’intera nazione sa come essere unita, e aiutarsi l’un l’altro.

Efrat – Chi vorresti che recitasse la tua parte in un film sulla tua vita?

18 ottobre 2011: Gilad Shalit il giorno del suo ritorno in Israele

18 ottobre 2011: Gilad Shalit il giorno del suo ritorno in Israele

Gilad – Questa è la domanda più difficile. Forse Roy Bar Natan, che faceva la mia imitazione su Eretz Nehederet [“Una terra meravigliosa”, trasmissione satirica israeliana]. Sarebbe molto divertente.

Efrat – Dopo che sei tornato a casa, qual è stata la cosa che ti ha commosso di più?

Gilad – E’ stato l’enorme affetto che ho visto, il giorno stesso che sono tornato, una cosa senza precedenti nel nostro paese: l’interna nazione si è virtualmente riunita, tutti hanno smesso di lavorare e si sono riuniti, e piangevano nel vedermi tornare a casa. Questo mi ha veramente commosso. Mi ha molto toccato.

Efrat – Eravamo veramente tutti così in ansia, volevamo che tornassi a casa, e ti abbiamo aspettato per così tanto tempo. Per me era un sogno averti qui e intervistarti. Lo desideravamo così tanto.

Gilad – Sono felice di aver realizzato il vostro sogno.

Efrat – Sono così commossa.

(Da: Jerusalem Post, 18.9.13)

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