Università Ebraica: una nuova ricerca sul movimento dattrito potrebbe fornire gli strumenti per prevedere i terremoti

image_389Esperti dell’Università Ebraica di Gerusalemme affermano che un nuovo studio sulle “onde (o fronti) di distaccamento” coinvolte nel processo di attrito offra una nuova prospettiva su di un vecchio puzzle scientifico e sia in grado di fornire un modo per migliorare la previsione di futuri terremoti.

Il lavoro degli esperti, Prof. Jay Fineberg, direttore dell’Istituto di fisica “Racah”, Dott. Gil Cohen e studente Shmuel N. Rubinstein, è descritto in un articolo del giornale “Nature”, intitolato “Fronti di distaccamento e inizio dell’attrito dinamico.”

Benché studiato per centinaia di anni da personaggi illustri quali Leonardo da Vinci e dai fisici Charles Augustin de Coulomb e Heinrich Rudolf Hertz, il problema dell’attrito è tutt’oggi tanto intrigante, quanto lo era 500 anni fa. Gli esperti devono ancora decifrare completamente il fondamentale meccanismo dell’attrito, cioè capire cosa succede quando due superfici iniziano a scorrere l’una sull’altra.

Grazie alle tecniche di ottica a campo ravvicinato e ai recenti progressi nel campo della fotografia ultra-rapida, i ricercatori dell’Università Ebraica hanno osservato per la prima volta come tre diversi tipi di onda presiedessero all’inizio dell’attrito. Queste onde, che funzionano all’interno di un interfaccia dello spessore di 1 micron tra superfici scorrevoli, si muovono a velocità ampiamente differenti, dal sonico al supersonico, giù fino alle basse velocità. I ricercatori hanno dimostrato che questo distaccamento – la separazione effettiva dei punti di microcontatto tra una superficie e l’altra che si verifica nel corso del movimento d’attrito – è determinato principalmente dalla fase di onda-lenta recentemente scoperta.

Tali scoperte, dichiara il Prof. Fineberg, sono importanti per la questione della misurazione e previsione dei terremoti, così come per altre applicazioni scientifiche e industriali future. (Oltre il 5% delle perdite dovute all’usura e alla dissipazione di energia nelle industrie sono causate dall’attrito, risultante nella perdita di centinaia di miliardi di dollari l’anno nel mondo, spiega il Prof. Fineberg.)

Un terremoto è percepito (ed è misurato sismicamente) come un improvviso, rapido movimento o come lo slittamento di placche tettoniche in un’azione d’attrito, dice Fineberg.
Tuttavia – stando alle scoperte dei ricercatori dell’Università Ebraica – sembrerebbe che siano le onde lente, “non percepite” o “silenziose” della crosta terrestre, quelle alle quali andrebbe dedicata maggiore attenzione e che sarebbero, a quanto pare, i precursori del movimento d’attrito che noi chiamiamo “terremoto”, dichiara Fineberg.

Queste onde, sebbene non siano percepite, possono essere misurate – continua Fineberg – applicando la tecnologia sviluppata su micro-scala nei laboratori dell’Università Ebraica, alla macro-scala delle misurazione del sottosuolo. In questo modo, grazie ai segnali di imminente “distaccamento” delle placche terrestri, potrebbe essere possibile prevenire, almeno in una certa misura, i danni causati dai terremoti.

(Da: Università Ebraica, 26. 09. 04)