Uno scontro di civiltà tutto interno all’islam

L’ambasciatore d’Israele all’Onu denuncia il silenzio di fronte ai massacri fra islamici

image_1703I leader arabi e musulmani moderati stanno in “colpevole silenzio” mentre gli estremisti islamisti terrorizzano la gente dappertutto. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu Dan Gillerman lunedì parlando coi giornalisti durante una conferenza stampa a New York. “Viviamo in un mondo – ha detto Gillerman – in cui, quando musulmani vengo uccisi da cristiani si grida alla crociata, quando vengono uccisi da ebrei si grida al massacro, ma quando vengono uccisi da altri musulmani è tanto se la cosa passa fra le notizie meteorologiche. Sembra che non importi a nessuno”. Secondo Gillerman, i leader moderati di Egitto, Giordania, Arabia Saudita non hanno fatto abbastanza per arginare le violenze fra musulmani. Ricordando i recenti incidenti in Iraq, Afghanistan, Egitto, Kenya, Giordania, Turchia, Algeria e Marocco, l’ambasciatore ha invitato a fare un confronto fra questo “silenzio assordante” e i clamorosi tumulti scatenati l’anno scorso in tutto il mondo musulmano per la semplice pubblicazione su un giornale danese di qualche vignetta satirica sul Progetta Maometto. “Centinaia di musulmani vengono ammazzati da altri musulmani e non si vede un solo leader musulmano che alzi la voce per dire: basta, quel che è troppo è troppo – ha notato Gillerman – Quello a cui stiamo assistendo è uno scontro di civiltà, ma al singolare: tutto interno a una civiltà. Giacché la maggior parte dell’orrore, dei bagni di sangue, del terrorismo e delle uccisioni avvengono all’interno del islam. E la gran parte delle vittime sono musulmane”.
Gillerman ha invece lodato i leader arabi moderati per l’iniziativa di pace saudita per la fine del conflitto arabo-israeliano, tracciata dai leader arabi nel 2002 e rilanciata lo scorso marzo al summit della Lega Araba di Riad. Sebbene Israele non possa accettare il piano nella sua forma attuale senza emendamenti, Gillerman si è detto comunque convinto che al summit di Riad i leader arabi moderati hanno ridisegnato le loro priorità nella regione, puntando l’attenzione meno su Israele e più sull’Iran e sulle sue ambizioni nucleari. “Ciò che li ha riuniti a Riad – ha spiegato – non siamo noi israeliani. Ciò che li ha spinti a riunirsi è che si sono detti: cerchiamo di risolvere questo problema in termini più realistici e pragmatici di quanto non fossimo disposti a fare in passato, così potremo allearci contro il vero pericolo, che è l’Iran”.
Sulle violenze a Gaza, Gillerman ha detto che Israele nella scorsa settimana ha dato mostra di “notevole autocontrollo” mentre i terroristi palestinesi lanciavano più di 160 missili Qassam sul sud del paese. Poi Israele ha deciso di contrattaccare andando a colpire in modo mirato intere squadre di lanciatori di Qassam, uccidendone una trentina. Gillerman ha difeso la posizione di Israele dicendo che sta facendo ciò che qualunque paese democratico farebbe nelle stesse condizioni.
A proposito della minaccia Hezbollah dal Libano, Gillerman ha detto che il governo di Gerusalemme ha prove chiare che il gruppo jihadista filo-iraniano si sta massicciamente riarmando con l’aiuto della Siria, aggiungendo che Israele non può non tenersi pronto a difendersi se nuovamente minacciato. Israele accusa la Siria d’aver violato l’embargo sui trasferimenti di armi alla milizia libanese decretato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il quale infatti il mese scorso con una dichiarazione ufficiale ha espresso forte preoccupazione per questi sviluppi.

(Da: YnetNews, 22.05.07)

Nella foto in alto: L’ambasciatore d’Israele all’Onu Dan Gillerman, autore di questo articolo