Va bene parlare con Hamas, ma di cosa?

Magari di quello che dice degli ebrei nella sua Carta programmatica

di Shlomo Avineri

image_2473Ultimamente si sentono sempre più voci sostenere che l’unico modo per arrivare a un accordo israelo-palestinese è parlare con Hamas. Voci che non vengono solo dall’Europa ma anche dagli Stati Uniti. Ad esempio, l’editorialista del New York Times Roger Cohen e l’ex consigliere alla sicurezza nazionale con Bush padre Brent Sowcroft hanno entrambi affermato che senza un dialogo con Hamas non vi sarà alcuna pace fra Israele e palestinesi, e che se Israele rifiuta tale dialogo, gli europei e gli americani dovrebbero avviarlo per conto loro. Affermazioni analoghe si possono udire anche da parte di esponenti ai margini dello spettro politico israeliani.
Credo che abbiano ragione, ma non per il motivo da loro addotto. La questione, infatti, è di cosa parlare con Hamas. È chiaro che dobbiamo parlare con loro – e Israele già lo fa indirettamente – su temi come la liberazione del soldato Gilad Shalit, trattenuto in ostaggio da Hamas a Gaza, o sul conseguimento di un periodo di relativa calma. Ma penso che dovremmo parlare con Hamas anche di altri temi, come ad esempio di quello che sta scritto nella loro Carta programmatica.
La maggior parte degli israeliani, come gli europei e gli americani, sa che Hamas è votata alla distruzione di Israele. Ciò che molti non sanno è che il documento fondamentale di Hamas delinea una visione molto più globale, che non riguarda soltanto Israele e il sionismo ma tutti gli ebrei. Il prologo della Carta afferma che scopo di Hamas è la guerra non contro Israele o il sionismo, ma contro il popolo ebraico nel suo complesso giacché gli ebrei, e non solo Israele o il sionismo, vengono definiti nemici dell’islam. E per togliere ogni possibile dubbio, l’intero capitolo 22 della Carta è dedicato a un elenco dettagliato delle malvagità degli ebrei. Secondo Hamas gli ebrei sono responsabili di tutti i “mali” della società moderna: la rivoluzione francese, la rivoluzione comunista, la creazione di associazioni segrete come Massoneria, Rotary, Lions Clubs, Bnei Berith che sarebbero strumenti segreti per assicurarsi il controllo sul mondo. Secondo la Carta di Hamas gli ebrei controllano l’economia, la stampa e la televisione e sono responsabili dello scoppio della prima guerra mondiale, che hanno scatenato per distruggere il Califfato musulmano (con il crollo dell’impero Ottomano), per ottenere la Dichiarazione Balfour e creare la Società delle Nazioni con lo scopo di istituire il loro stato. Gli ebrei hanno scatenato anche la seconda guerra mondiale, con lo scopo di realizzare una fortuna vendendo materiali bellici. Sono gli ebrei che hanno usato sia il capitalismo che il comunismo come agenti per i loro disegni.
Suona piuttosto familiare? In effetti una parte di tutto questo è tratta di peso dai famigerati “Protocolli dei Savi di Sion”; altre parti, in particolare quelle riguardanti le guerre mondiali, sono frutto originale del pensiero di Hamas.
Non mi si venga a dire che si tratta solo di parole e che Hamas non deve essere giudicata sulla base di quanto afferma nella sua Carta fondamentale. Qualcuno oserebbe mai dire lo stesso di un movimento analogo che sorgesse in Europa o America e che, come Hamas, oltre a firmare dichiarazioni di questo tipo si desse ad uccidere ebrei in modo costante e sistematico? A confronto di quello che sta scritto nel manifesto programmatico di Hamas, i vari Joerg Haider in Austria o Jean-Marie Le Pen in Francia sono dei tranquilli moderati.
È chiaro che se un movimento come questo vedesse la luce in Europa, nessuno si immaginerebbe nemmeno lontanamente di proporre dei negoziati con esso, e men che meno di chiedergli di entrare a far parte di un governo. Non verrebbe meramente dichiarato illegale: verrebbe estromesso dalla società umana. Un obbrobrio come questo non ha posto in nessun discorso politico.
E tuttavia, forse vale la pena parlare con Hamas: non sul suo presunto contributo alla pace, quanto piuttosto su ciò che afferma nella sua Carta. Chissà, forse chi abbraccia l’idea che si debba parlare con Hamas parlerebbe innanzitutto di questo argomento, forse Hamas potrebbe cambiare i suoi principi fondamentali.
Non mi aspetto che accada proprio così, ma sarei certamente curioso di sapere cosa ne direbbero coloro che ritengono che Hamas sia la chiave per la pace in Medio Oriente. E magari hanno ragione, magari Hamas è davvero la chiave. Ma se le cose stanno così, è assai difficile sperare che la pace possa arrivare tanto presto nella nostra regione.

(Da: Ha’aretz, 06/04/09)

Nella foto in alto: La mappa delle rivendicazioni territoriali di Hamas: lo stato di Israele è cancellato