Verrà tradotto dall’arabo in ebraico il libro negazionista di Abu Mazen

Il futuro presidente palestinese vi sostiene che Hitler e Ben-Gurion erano "buoni amici” e che gli ebrei uccisi nella Shoà furono meno di 900mila

La copertina della prima edizione del libro di Abu Mazen (1984)

La copertina della prima edizione del libro di Abu Mazen, 1984 (clicca per ingrandire)

Verrà presto tradotto in ebraico il libro di Mahmoud Abbas (Abu Mazen), pubblicato in arabo nel 1984 come parte della sua tesi di dottorato presso un istituto accademico di Mosca, nel quale l’attuale presidente dell’Autorità Palestinese collegava il nazismo al sionismo e contestava la cifra delle vittime della Shoà. Ne ha dato notizia lunedì il sito di news israeliano Walla.

L’opera, intitolata “L’altro lato: la relazione segreta tra il nazismo e il sionismo” (in arabo al-Wajh al-Akhar: al-‘Alaqat as-Sirriya bayna an-Naziya wa’s-Sihyuniya), venne pubblicata per la prima volta in Giordania e da allora ha fatto la sua comparsa nelle biblioteche accademiche di quasi tutti i paesi di lingua araba. E’ anche accessibile sul sito web ufficiale dell’Autorità Palestinese.

Lungo 252 pagine divise in 16 capitoli, il saggio di Abu Mazen afferma che le ideologie nazista e sionista collimano e descrive quello che definisce il loro rapporto di cooperazione, spingendosi fino a sostenere che David Ben-Gurion e Adolf Hitler erano “buoni amici”.

Il testo di Abu Mazen accusa il movimento sionista d’aver preso parte alla Shoah cooperando con il Terzo Reich e facendo attivamente naufragare i piani volti a salvare gli ebrei dai nazisti, essendo animato dall’unico obiettivo di creare uno Stato “in Palestina”.

Abu Mazen sostiene inoltre che il Mossad si ripromise di eliminare qualsiasi dissidente che minacciasse di rivelare il complotto sionista. Adolf Eichmann viene descritto come una persona che non aveva avuto alcun collegamento con la Shoà e che venne “rapita” dal Mossad per impedirgli di rivelare la”collaborazione” nazi-sionista.

Il padre del movimento nazionale palestinese, Amin al Husseini, con Adolf Hitler in Germania nel 1941 (clicca per ingrandire)

Il padre del movimento nazionale palestinese, Amin al Husseini, con Adolf Hitler in Germania nel 1941 (clicca per ingrandire)

Nel suo libro, Abu Mazen rifiuta quella che definisce “la fantasia sionista”, cioè “la fantastica menzogna che sei milioni di ebrei uccisi” dai nazisti, affermando invece che gli ebrei morti nella Shoà furono al massimo 890.000, e furono vittime del complotto nazi-sionista.

A sostegno delle sue tesi, Abu Mazen cita il noto negazionista Robert Faurisson, quello che ha sostenuto che le camere a gas nei campi di concentramento nazisti non venivano usate per uccidere gli internati, ma per disinfettarli onde evitare la diffusione di malattie.

Fino ad oggi il libro di Abu Mazen era accessibile praticamente solo ai lettori arabi. La sua unica traduzione era stata una versione in russo ad uso interno a beneficio dell’Istituto di Studi Orientali dell’Accademia Sovietica delle Scienze, l’ente accademico con sede a Mosca che attribuì al futuro presidente palestinese il dottorato in storia.

Ora invece, secondo quanto riferito da Walla, l’opera di Abu Mazen verrà tradotta in ebraico da Edy Cohen, dell’Università Bar Ilan, con l’obiettivo di pubblicarla in occasione di Yom HaShoà, la giornata in Memoria delle vittime e degli eroi dell’Olocausto che si celebrerà in Israele il prossimo aprile.

(Da: Jerusalem Post, 9.2.15)

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