«Violazione della legge, disprezzo per la Corte di Giustizia, inutile provocazione»

Dura reazione di Israele alle lamentele della diplomazia europea per un incidente nella Valle del Giordano

La diplomatica francese Marion Fesneau-Castaing colpisce un soldato israeliano diurante l’incidente di venerdì scorso a Khirbet al-Makhul

La diplomatica francese Marion Fesneau-Castaing colpisce un soldato israeliano durante l’incidente di venerdì scorso a Khirbet al-Makhul

“Israele respinge il comunicato unilaterale, diffuso dai portavoce dell’Alto Rappresentante Ashton e del Commissario Georgieva riguardo agli eventi nella Valle del Giordano, che ignora completamente la grossolana violazione della legge fatta dai diplomatici europei, il loro disprezzo per la sentenza di una Corte israeliana e la loro inutile provocazione sotto il sedicente pretesto degli aiuti umanitari”.

Con queste parole il Ministero degli esteri israeliano ha reagito domenica a una perentoria “richiesta di spiegazioni” avanzata dai rappresentanti europei a proposito di un incidente occorso venerdì fra militari israeliani, attivisti palestinesi e diplomatici di paesi europei.

“I diplomatici – continua il comunicato del Ministero degli esteri israeliano – vengono inviati dai rispettivi governi per fare da ponte, non per agire come provocatori. I diplomatici europei e i loro governi ci devono una spiegazione per questa palese violazione dei codici di condotta diplomatica. Israele ha già chiarito che non intende tollerare tali comportamenti. La risposta di Israele rifletterà la gravità delle violazioni”.

Nel comunicato di sabato i portavoce della rappresentante della politica estera della Unione Europea, Catherine Ashton, e del commissario per gli aiuti umanitari Kristalina Georgieva, affermavano che “l’Unione Europea deplora la confisca di aiuti umanitari operata dalle forze di sicurezza israeliane ieri [venerdì] a Khirbet al-Makhul” e che “i rappresentanti dell’UE hanno contattato le autorità israeliane per chiedere spiegazioni ed esprimere la loro preoccupazione per l’incidente”.

L’alterco ha avuto luogo a Khirbet al-Makhul, nella parte nord della Valle del Giordano (Cisgiordania), sul luogo dove lunedì scorso le autorità israeliane avevano fatto demolire delle costruzioni costruite su un terreno usato dall’esercito per addestramenti, e dichiarate abusive dall’Alta Corte di Giustizia. Nei giorni successivi, in ottemperanza della sentenza del tribunale, le forze di sicurezza israeliane avevano dovuto ripetutamente impedire i tentativi di ricostruire degli edifici di fortuna, mentre attivisti locali e stranieri reagivano lanciando pietre e cercando di colpire i soldati.

Venerdì attivisti locali e stranieri e la diplomatica francese Marion Fesneau-Castaing hanno opposto resistenza alla confisca da parte dei soldati di un camion a loro dire carico di aiuti umanitari. Secondo le Forze di Difesa israeliane il camion conteneva materiali destinati alla ricostruzione degli edifici abusivi, in violazione della sentenza dell’Alta Corte.

Durante il sequestro del mezzo i soldati hanno dovuto ripetutamente allontanare gli attivisti, ricorrendo a metodi di contenimento non lesivi e operando tre arresti.

Secondo un servizio della Reuters la diplomatica francese, che si rifiutava di consegnare il mezzo, è stata tirata fuori dal camion dai soldati finendo per terra. In un video si vede la diplomatica che, dopo essere stata aiutata a rialzarsi dai militari, sferra un pugno al mento di uno dei soldati. “L’idea che un diplomatico straniero possa colpire al volto un agente della polizia di frontiera israeliana è del tutto inaccettabile e ci aspettiamo delle spiegazioni sia dai diplomatici che dai loro governi”, ha dichiarato domenica Paul Hirschson, portavoce del Ministero degli esteri israeliano, aggiungendo che, se l’incidente verrà confermato, potrebbe portare a una denuncia formale “perché questo non è il modo in cui si comportano i diplomatici”. L’ambasciata francese interpellata dalla Associated Press si è rifiutata di commentare.

Durante l’incidente sarebbero stati presenti anche diplomatici di Gran Bretagna, Spagna, Irlanda, Australia e dell’ufficio politico dell’Unione Europea.

(Da: Times of Israel, Israel HaYom, Jerusalem Post, 22.9.13)