Vittoria islamista palestinese

Comunque vada, Hamas ha già vinto le elezioni.

Da un articolo di Roni Shaked

image_1063Non importa se Hamas otterrà la maggioranza alle elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese di questa settimana o se Fatah riuscirà a strappare una vittoria di stretta misura. In ogni caso, ancor prima che si conoscano i risultati delle elezioni, Hamas ha già vinto. In altre parole, la “rivoluzione islamista” palestinese è già iniziata.
Hamas sarà il vero vincitore di queste elezioni. Il movimento terrorista gode, e continuerà a godere, di piena legittimazione nelle piazze palestinesi, nel mondo arabo (compreso l’Egitto, un paese che conosce fin troppo bene i pericoli insiti nella Fratellanza Musulmana), gode di parziale legittimazione in Europa, e persino gli americani saranno costretti ad accettare in un modo o nell’altro la sua partecipazione nel governo palestinese.
Il presidente Bush e il segretario di stato Rice sono i grandi sponsor delle elezioni palestinesi. L’hanno fatto come parte della loro dottrina per la liberalizzazione e democratizzazione, la nuova ricetta della Casa Bianca per il mondo arabo, senza comprendere il processo che sta attraversando la società palestinese e senza capire i pericoli insiti nel fondamentalismo islamico.
Hamas ha vinto non perché la società palestinese è stata islamizzata o perché qualcuno senta la mancanza di Ahmed Yassin e di Abdel Aziz Rantissi, ma piuttosto per un voto di protesta contro l’Autorità Palestinese. È una protesta contro la corruzione, il caos, la mancanza di azione da parte del leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e delle sue forze di sicurezza, e per la carenza di sicurezza personale ed economica sotto un’Autorità Palestinese che non tenta nemmeno di far rispettare la legge, ma ha accettato elezioni democratiche.
Hamas non crede nella democrazia. Sta solo approfittando del processo democratico per prendere il potere e poi, in base alla sua piattaforma politica, istituzionalizzare la legge islamica (Sharia). Per conseguire questo obiettivo, Hamas ha utilizzato ogni mezzo disponibile per dissimulare il suo messaggio estremista, compresa la parte che definisce strategica la “lotta armata” contro Israele.
Il lupo ha indossato anche una seconda pelle di pecora: Hamas ha abbassato le armi negli ultimi mesi, distanziandosi dagli attentati. I leader del movimento si presentano in doppiopetto, parlano soavemente di programmi sociali, di istruzione e di lotta alla corruzione. Il pubblico palestinese ne è ammaliato, l’occidente ha iniziato a parlare di una “nuova Hamas”, persino in Israele si inizia a discettare di una Hamas diversa. Ci stiamo cascando tutti.
Abu Mazen sa come stanno le cose. Lui è il grande sconfitto di queste elezioni. Anche se Hamas prendesse solo il 35% dei voti, sarebbe costretto a includerla nel suo governo. Si immaginino anche solo i libri di testo jihadisti, anti-israeliani e antisemiti che verrebbero prodotti da un ministero per l’istruzione guidato da Hamas.
D’altra parte, se Abu Mazen non la farà entrare, Hamas tornerà alla grande al terrorismo e lo spargimento di altro sangue ebraico sarà la loro arma più forte contro di lui.
Israele e Unione Europea sono in trappola. È già troppo tardi. Il processo è in pieno corso. Il genio è già uscito dalla bottiglia. Il giorno dopo le elezioni palestinesi, vi sarà molto più verde, ma non sarà un presagio di speranza per i palestinesi e men che meno per Israele.

(Da: YnetNews, 22.01.06)