Yaalon: Se cè la pace, Israele può rinunciare al Golan

Capo di stato maggiore a giornale arabo: Fu Arafat che fece scoppiare la guerra nel settembre 2000

image_721Israele può restituire le alture del Golan alla Siria pur conservando la capacità di difendere il proprio confine settentrionale. Lo ha dichiarato martedì il capo di stato maggiore uscente Moshe Yaalon in un’intervista al quotidiano arabo edito a Londra al-Sharq al-Awsat. Nell’intervista in esclusiva, Yaalon ha detto che Israele potrebbe difendersi anche se il confine venisse modificato, ma ha sottolineato che un tale scenario potrebbe concretizzarsi solo se venisse concluso un accordo di pace con un “serio” leader siriano.
A proposito di un altro fronte, il capo di stato maggiore israeliano ha aspramente criticato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) dicendo che avrebbe dovuto ordinare l’arresto del capo della Jihad Islamica quando il gruppo rivendicò apertamente la responsabilità dell’ultimo grande attentato suicida, quello che ha colpito la discoteca Stage di Tel Aviv il 25 febbraio scorso, a tregua già proclamata da più di due settimane.
“Abbiamo la sensazione che Abu Mazen sia molto indeciso, non vediamo determinazione né seri progressi da parte sua – ha spiegato Yaalon – Le cose vanno avanti in modo dosato e insufficiente, mentre i gruppi terroristici stanno approfittando della situazione per rafforzarsi”.
I terroristi di Hamas, ha avvertito Yaalon, continuano a produrre missili e a contrabbandare armi all’interno di Cisgiordania e striscia di Gaza, e l’Autorità Palestinese avrebbe dovuto avviare subito le riforme anziché lasciar passare quattro mesi. “Avrebbero dovuto mettere in chiaro con Hamas e altri che non erano disposti ad accettare questo andazzo – ha aggiunto Yaalon – Non so se abbia senso permettere che partecipino alle elezioni prima che si siano trasformati in veri partiti politici”.
Nel complesso, secondo Yaalon, “passeranno molti anni prima che si rimarginino le ferite e si dissolva l’ostilità” del conflitto israelo-palestinese.
Nel corso dell’intervista al popolare quotidiano arabo, il capo di stato maggiore uscente ha dedicato particolare attenzione alle violenze palestinesi scoppiate con la cosiddetta seconda intifada, la sfida più difficile affrontata dalle Forze di Difesa israeliane durante il suo incarico. Yaalon ne attribuisce la responsabilità a Yasser Arafat, spiegando che il defunto leader palestinese “eluse innumerevoli opportunità di arrivare a un accordo di pace con l’allora primo ministro israeliano Ehud Barak, e a un accordo di cessate il fuoco una volta scoppiata l’intifada. Resto convinto che l’ex dirigenza palestinese non avrebbe mai fatto passi avanti perché Arafat non voleva una tregua. Pensava che la società israeliana si sarebbe spezzata sotto l’ondata di violenza, ma non fu così”.
Yaalon ricorda che alla fine del 1996, quando serviva come capo del comando centrale delle Forze di Difesa israeliane, preparò un documento in cui avvertiva che Arafat avrebbe fatto scoppiare una guerra nel settembre 2000. “Lo dissi – ricorda – dopo che l’allora primo ministro Benjamin Netanyahu dichiarò che avrebbe raggiunto un accordo sullo status definitivo con i palestinesi entro quindici mesi, ma Arafat iniziava a prepararsi per la guerra”. Yaalon liquida l’idea che le violenze palestinesi siano state innescate dalla famosa visita di Ariel Sharon sul Monte del Tempio nel settembre 2000. “Anche se Sharon non fosse andato sul Monte del Tempio – dice – Arafat avrebbe trovato un altro pretesto per scatenare lo scontro, che non ebbe le caratteristiche di una sommossa popolare bensì di un’offensiva armata e terroristica. Per la verità, i palestinesi tentarono di coinvolgere scolari e studenti tenendoli fuori dalle scuole, ma il fenomeno più importante fu l’apertura del fuoco contro civili israeliani – accusa Yaalon – Arafat decise il rilancio dell’organizzazione armata Fatah, e noi sappiamo bene che su questo vi fu una controversia interna fra palestinesi”.

(Da: YnetNews, 31.05.05)

Nella foto in alto: il capo di stato maggiore uscente israeliano Moshe Yaalon)