Yom Ha’Azmaut 2016: decuplicata la popolazione d’Israele dalla nascita dello stato a oggi

In 68 anni, clamorosamente aumentati tutti gli indici di sviluppo (ma la gente vota meno)

In Israele vivono oggi 8.522.000 persone: 182mila in più rispetto a 12 mesi fa (+2,2%), dieci volte di più rispetto agli 806.000 cittadini che vivevano in Israele nel 1948, al momento della nascita dello stato. E’ quanto risulta dai dati diffusi dall’Ufficio Centrale di statistica israeliano alla vigilia di Yom Ha’Azmaut, il 68esimo anniversario dell’indipendenza che quest’anno cade il 12 maggio secondo il calendario ebraico.

La popolazione attuale d’Israele comprende 6.377.000 ebrei (74.8% della popolazione totale), 1.771.000 arabi (20,8%) e 374.000 cittadini appartenenti ad altre comunità (4,4%). A questi bisogna aggiungere circa 192.000 lavoratori stranieri e richiedenti asilo.

Dalla Giornata dell’Indipendenza dello scorso anno si sono stabiliti in Israele 36.000 nuovi immigrati, sono nati 195.000 bambini e sono decedute 47.000 persone.

Oggi, il 75% degli ebrei israeliani sono nati in Israele (la metà dei quali di seconda generazione) rispetto al 35% di 68 anni fa. Allora, in tutto il mondo si contavano circa 11,5 milioni di ebrei, il 6% dei quali viveva in Israele. Tre generazioni più tardi si contano circa 14,3 milioni di ebrei nel mondo, dei quali il 43% vive in Israele.

Nel 1948 solo la municipalità di Tel Aviv-Giaffa contava più di 100.000 residenti. Oggi le città israeliane con più di 100.000 abitanti sono 14, otto delle quali con oltre 200.000 abitanti: Gerusalemme, Tel Aviv-Giaffa, Haifa, Rishon Lezion, Petah Tikva, Ashdod, Netanya e Be’er Sheva.

Anche il Pil d’Israele è drasticamente cresciuto dai 25,1 miliardi di shekel del 1950 ai 1.108,8 miliardi di shekel del 2015. Nello stesso periodo, il Pil pro capite è passato da 19.800 a 132.400 shekel, mentre il tasso di disoccupazione è sceso dal 7,2% del 1955 al 5,3% del 2015.

Nel 1956 l’israeliano medio spendeva il 42% del proprio stipendio mensile per il cibo, un dato che nel 2014 era sceso al 16,2%. Viceversa, la spesa per trasporti e comunicazioni è passata dal 3% del salario medio del 1956 al 20% del 2014. Basti pensare che nel 1951 circolavano in Israele circa 34.103 vetture (approssimativamente una ogni 25 persone), mentre nel 2014 ne circolavano 2.965.727 (una ogni 3 persone). Nel frattempo è anche aumentato del 31% l’utilizzo delle ferrovie.

Aumentati pure gli elettrodomestici. Nel 1956 solo il 12% degli israeliani possedeva una lavatrice, il 37% aveva un frigorifero e il 10% aveva l’aria condizionata. Nel 1963 solo il 13% degli israeliani aveva la linea telefonica in casa. Oggi la situazione è molto diversa: il 96% degli israeliani ha una lavatrice, il 99,9% ha il frigorifero, l’87% è dotato di aria condizionata. Oggi il 73% degli israeliani ha ancora un telefono fisso, mentre il 96% della popolazione possiede almeno un telefono cellulare.

Gli israeliani sono diventati anche più istruiti. Nell’anno 1950 si contarono solo 1.600 studenti nelle università del paese e 200 laureati. Nel 2015, il numero degli studenti universitari era salito a 310.000 e a 72.500 quello delle persone che avevano completato tutti i gradi di studio.

Calate invece le percentuali di voto. Nel gennaio 1949, l’86,9% degli aventi diritto votò per l’elezione della prima prima Knesset, contro il 72,3% che ha votato nel marzo 2015 per l’elezione della 20esima Knesset.

(Da: YnetNews, Israel HaYom, Jerusalem Post, 9-10.5.16)