Zubin Mehta incanta, e il pubblico lo ama

Fra i grandi direttori dorchestra del XX secolo, il direttore artistico della Filarmonica di Israele.

image_1180Zubin Mehta è sempre conscio del fatto che un concerto non si gusta solo con l’udito. I gesti del direttore d’orchestra, i suoi suggerimenti agli esecutori, perfino le espressioni del viso rendono l’esperienza completa. Mehta è un grande talento nel mescolare l’elemento visivo con quello musicale, aumentato dalla sua stessa spontaneità, senso dell’umorismo e bella presenza.
Zubin significa “spada piena di potere”, ma il rapporto tra Zubin Mehta e il pubblico israeliano non è una storia di guerra bensì d’amore, sbocciata nel maggio 1961. Il seme della storia d’amore fu piantato per la prima volta nel 1958 e rischiò di andare perduto. Nell’ottobre di quell’anno il ministero degli esteri inviò una lettera all’orchestra Filarmonica di Israele (IPO) riguardo a un giovane direttore d’orchestra indiano chiamato “Zubin Mita”, che stava cominciando ad essere acclamato in tutta Europa. I diplomatici, che pensavano che questo potesse promuovere le relazioni di Israele con l’Asia, suggevano che la Filarmonica invitasse il giovane “Mita” a dirigerla.
I mesi passarono, la Filarmonica non rispondeva. In dicembre, l’allora segretario generale della Filarmonica Abe Cohen rispose al ministero degli esteri, scusandosi per il ritardo e dicendo che la lista dei direttori d’orchestra per la stagione era già chiusa.
Due anni dopo si presentò una seconda chance. Il direttore Eugene Ormandy cancellò una visita in Israele a causa di un incidente. Mehta, che aveva allora 25 anni, fu invitato a dirigere la Filarmonica al suo posto.
Il giornalista Natan Dunevitz scrisse su Ha’aretz all’epoca che “questo giovane ha avuto una carriera turbinosa negli ultimi due anni, forse senza precedenti in questo secolo. Nonostante la sua giovane età, è già stato nominato direttore musicale dell’Orchestra sinfonica di Montreal, e nei prossimi tre anni sarà il direttore principale della Filarmonica di Los Angeles”.
Nel 1970 Mehta fu nominato consigliere musicale della Filarmonica d’Israele, e nel 1977 divenne il suo direttore musicale. Nel 1981, come tributo, gli fu offerta la carica a vita. Nel 1988 un articolo nel quotidiano Hadashot riferiva che alcune persone avevano chiesto di interrompere il lavoro di Mehta con la Filarmonica. Mehta chiese un voto di fiducia. La votazione segreta fu tenuta nell’Auditorium Mann la sera tardi. Ottanta musicisti votarono a favore di Mehta e quindici contro.
Nel suo nuovo libro “Maestro”, sui grandi direttori d’orchestra del XX secolo, Dunevitz dedica un intero capitolo alla carriera di Zubin Mehta. Racconta gli episodi di cui si è detto, oltre ad altre pietre miliari nella vita di Mehta, come il suo primo incontro con il suo amico Daniel Barenboim. Mehta aveva 21 anni, Barenboim solo 13. Si incontrarono in Italia, a Siena.
Il libro parla anche di alcuni dei grandi concerti di Mehta, che dimostrano il suo talento nel promuovere eventi di grande importanza per la reputazione internazionale della Filarmonica d’Israele. Tra questi, il Requiem di Verdi a Betlemme nel 1968, un concerto vicino al Buon Confine – il termine popolare che definiva il confine settentrionale con il Libano – nel 1977, la sinfonia “Resurrezione” di Mahler ai piedi di Masada con Gragory Peck come padrone di casa, ed un concerto congiunto della Filarmonica d’Israele con la Filarmonica di Berlino a Tel Aviv nel 1999.

(Da: Ha’aretz, 11.04.06)