1 aprile 2019

Un sigillo antico di 2.600 anni (risalente al periodo del Primo Tempio) recante le parole “appartiene a Nathan-Melech, servo del re” è stato rinvenuto negli scavi alla “città di David”, lungo le pendici sud-orientali del Monte del Tempio di Gerusalemme. Il nome Nathan-Melech appare solo una volta nella Bibbia, in 2Re 23:11, dove viene descritto come un funzionario alla corte di re Giosia. Il titolo “servo del re” (Eved HaMelech) appare spesso nella Bibbia e descrive un alto funzionario vicino ai re d’Israele. Secondo Anat Mendel-Geberovich, dell’Università di Gerusalemme, il fatto che questo funzionario fosse menzionato solo per nome indica che era noto a tutti e che non era necessario aggiungere il lignaggio familiare. Il sigillo è stato rinvenuto all’interno di un importante edificio pubblico che venne distrutto nel VI sec. a.e.v., contemporaneamente alla distruzione del Primo Tempio. L’impronta del sigillo è stata decifrata da Mendel-Geberovich, che lo fa risalire alla seconda metà del VII secolo a.e.v. “Sebbene non sia possibile determinare con assoluta certezza che il Nathan-Melech menzionato nella Bibbia fosse in effetti il proprietario del sigillo – ha detto Mendel-Geberovich – non è possibile ignorare alcuni dettagli che li collegano fra loro”. Questi sigilli venivano usati per firmare documenti e spesso venivano incastonati in anelli, indossati dai loro proprietari. Nei tempi biblici questi sigilli attestavano identità, lignaggio e status dei loro proprietari. Vedi foto e video su Times of Israel