1 gennaio 2021

Nel 2020 l’aeronautica militare israeliana ha effettuato 50 attacchi contro obiettivi ostili in Siria. E’ quanto risulta da un rapporto di fine anno delle Forze di Difesa israeliane pubblicato giovedì. Sempre sul fronte siriano, rivela il rapporto, sono stati sventati due attacchi con mine anti-uomo, mentre sul confine libanese sono stati sventati almeno due tentativi di infiltrazione terroristica da parte di Hezbollah. Sul fronte della striscia di Gaza, nel 2020 sono stati registrati 176 lanci di razzi da parte di organizzazioni terroristiche palestinesi. Di questi, 90 si sono abbattuti su zone non edificate e 80 sono stati intercettati in tempo dai sistemi anti-missile israeliani sopra aree abitate. Per reazione, le forze israeliane hanno colpito circa 300 obiettivi terroristici nella striscia di Gaza. Nel 2020 è stato anche scoperto un nuovo tunnel terroristico scavato da Hamas verso il territorio israeliano. In Cisgiordania lo scorso anno ci sono stati circa 1.500 incidenti con lanci di pietre, un po’ di più dei 1.469 segnalati nel 2019, e 229 lanci di ordigni incendiari Molotov, contro i 290 dell’anno precedente. Si sono registrati 31 inciderti con uso di armi da fuoco, 12 in più rispetto al 2019. Le aggressioni con armi bianche sono state nove, tre in meno rispetto all’anno prima. Complessivamente, il 2020 è stato per gli israeliani l’anno più sicuro degli ultimi dieci per quanto riguarda i rischi terroristici e militari. L’esercito ha anche dettagliato il suo contributo alla lotta contro la pandemia, grazie a una task force specifica e a due centri militari di ricerca e sviluppo convertiti in strutture covid-19, mentre il centro di comando anti-coronavirus “Alon” delle Forze di Difesa ha condotto più di 236.000 indagini epidemiologiche grazie alla mobilitazione di 3.000 riservisti.

Militari israeliani in azione di sminamento al confine con la Siria (clicca per ingrandire)

 

Il centro di comando anti-coronavirus Alon (clicca per ingrandire)