10 aprile 2019

Sebbene il conteggio dei voti finali non sia previsto prima del pomeriggio di giovedì, Benjamin Netanyahu sembra essersi assicurato il suo quinto mandato (il quarto consecutivo) come primo ministro d’Israele. Con un vantaggio di una decina di seggi, la potenziale coalizione di Netanyahu si appoggerà su un blocco ultra-ortodosso uscito rafforzato dal voto con 16 seggi in tutto, equamente suddivisi tra Shas ed Ebraismo Unito della Torà. Netanyahu dovrà anche fare affidamento su partner della destra come l’Unione dei Partiti dell’Ala Destra, che dovrebbe avere 6 seggi, e il partito Kulanu di Moshe Kahlon che è riuscito a superare il quorum d’ingresso. Anche Israel Beiteinu dovrebbe unirsi alla nuova coalizione, nonostante i passati dissapori con Netanyahu che l’anno scorso portarono Avigdor Leiberman a dimettersi da Ministro della difesa. La sorte degli altri partiti minori sulla soglia del quorum del 3,25% (tra cui Nuova Destra dei ministri uscenti Naftali Bennett e Ayelet Shaked) potrebbe essere decisa dagli ultimi 200.000 voti non ancora conteggiati (soprattutto militari in servizio, diplomatici all’estero, detenuti e pazienti ricoverati). La tenuta della nuova coalizione sarà prevedibilmente messa presto alla prova dallo sviluppo delle incriminazioni che pendono su Netanyahu e dall’attesa pubblicazione del “piano di pace” dell’amministrazione Trump.