10 gennaio 2020

L’Unione Europea si è affrettata a ritirare una dichiarazione in cui faceva riferimento alle Aree C della Cisgiordania come “territori contesi”. Giovedì il neo rappresentante della politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha pubblicato una condanna dei progetti israeliani di attività edilizie in Cisgiordania. La versione iniziale, rilasciata dal portavoce Peter Stano, esortava Gerusalemme a cessare le attività di insediamento in “terre occupate o contese (disputed)”. Poco dopo, l’UE pubblicava una seconda versione da cui era sparito il termine “contese” e Peter Stano spiegava che il precedente inserimento era dovuto a un “errore umano”. Mentre la costruzione di insediamenti in un territorio “occupato” è considerata contraria al diritto internazionale, non lo è farlo su terre la cui sovranità è “contesa”. I governi israeliano e americano considerano la Cisgiordania un’area “contesa”, come dimostra fra l’altro il fatto che la sua destinazione finale, in base alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e agli accordi firmati fra le parti, è tuttora oggetto di negoziato.

Screenshot della versione iniziale della dichiarazione UE con la parola poi cancellata (clicca per ingrandire)