10 giugno 1967: Con la conquista del Golan terminano i sei giorni che hanno permesso a Israele di sopravvivere

Sei giorni, cinquant’anni fa. Decimo video: da piccolo paese costantemente minacciato di annientamento a prima potenza militare della regione

Video 10: sesto giorno di guerra (10 giugno 1967)

Traduzione. 10 giugno 1967, sesto giorno di guerra. Anche se le forze armate di Egitto e Giordania erano state sconfitte, la Siria continuava a bombardare Israele nel nord, dalle alture del Golan. La battaglia per il controllo delle alture del Golan era iniziata il giorno precedente. Il 10 giugno le Forze di Difesa israeliane tentarono l’assalto all’altopiano. Mentre alle Nazioni Unite proseguivano le discussioni su un cessate il fuoco, il primo ministro Eshkol si rifiutò di accettare una situazione che lasciasse ancora la Siria in condizione di terrorizzare il nord e ordinò alle forze israeliane di spingersi avanti allo scopo di neutralizzare del tutto la minaccia. Le forze siriane iniziavano in quel momento a dissolversi, con ufficiali e soldati che abbandonavano le loro postazioni. A metà giornata cadeva Quneitra, l’ultima roccaforte siriana. Tutte le alture del Golan erano ora nelle mani di Israele.

La guerra era finita. Le perdite da parte araba erano state catastrofiche. Soltanto una settimana prima 200mila soldati arabi e mille carri armati erano pronti e realizzare la promessa dei loro leader di distruggere lo stato ebraico. Ora queste forze erano state sbaragliate e migliaia di soldati arabi erano caduti in battaglia. Ne derivarono umiliazione e rabbia in tutto il mondo arabo, mentre Israele si era dimostrato la potenza militare dominate nella regione. Fronteggiando l’aggressione dei paesi circostanti, Israele aveva conquistato le alture del Golan dalla Siria impedendole di terrorizzare le comunità del nord di Israele; aveva conquistato Gerusalemme est e la Cisgiordania dalla Giordania, garantendosi le strategiche alture e un’ampiezza più difendibile nel suo punto più stretto. Israele aveva anche preso dall’Egitto il controllo di tutta la penisola del Sinai e della striscia di Gaza, prevenendo la minaccia di attacchi egiziani ai confini di Israele e aprendo la via al proprio porto meridionale. Per la prima volta Israele aveva profondità strategica.

Israele fu percorso da un’ondata di euforia. Il piccolo paese in forte inferiorità numerica aveva ottenuto una sbalorditiva vittoria militare a aveva aumentato di molto le proprie dimensioni, su confini che potevano essere realisticamente difesi. Aveva rimosso quel senso di costante minaccia d’annientamento che Israele aveva dovuto affrontare sin dalla nascita dello stato, diciannove anni prima. E forse ancora più intensamente sentito era il senso di rinascita storica e nazionale, nel momento in cui Gerusalemme, il luogo più sacro dell’ebraismo, capitale dell’antico regno ebraico, era riunificata sotto sovranità ebraica per la prima volta dopo duemila anni.

(Da: Jerusalem U, 10.6.17)

Video 9: quinto giorno di guerra (9 giugno 1967)

Video 11: primo giorno di dopoguerra (11 giugno 1967)