11 aprile 2016

L’Egitto ha annunciato venerdì che le due isole contese nel Mar Rosso, Sanafir e Tiran, rientrano nella acque territoriali dell’Arabia Saudita, mettendo così fine a un contenzioso durato 60 anni. Il governo egiziano ha dichiarato che rinuncia alla sovranità sulle isole a favore di Riad a seguito dei lavori di una commissione congiunta egiziano-saudita. La decisione ha scatenato polemiche da parte di oppositori che accusano il presidente Abd al-Fattah al-Sisi di “svendere l’Egitto in cambio del denaro saudita”. Anche la Fratellanza Musulmana ha attaccato al-Sisi accusandolo d’aver “rubato le risorse naturali dell’Egitto in cambio di aiuti finanziari sauditi a sostegno del suo regime corrotto”. Sanafir e Tiran hanno grande importanza geo-strategica: oltre ad avere risorse naturali come petrolio e gas, le due isole dominano l’ingresso del Golfo di Aqaba/Eilat. Nel 1950 l’Egitto occupò le due isole d’accordo col governo saudita che decise di metterle temporaneamente sotto il controllo egiziano in funzione anti-israeliana. Il blocco dello stretto di Tiran da parte dell’Egitto causò la guerra dei sei giorni del 1967, quando Israele catturò le due isole e ne mantenne il controllo fino a marzo 1979, quando firmò il trattato di pace con l’Egitto.