12 ottobre 2020

Secondo fonti palestinesi citate domenica dal corrispondente del Jerusalem Post Khaled Abu Toameh, la dirigenza palestinese sta subendo enormi pressioni da parte di Arabia Saudita, Qatar, Egitto, Giordania, Francia, Germania, Gran Bretagna e persino alcuni rappresentanti dell’Unione Europea, perché riprenda i negoziati di pace diretti con Israele. La dirigenza palestinese è anche sotto pressione perché revochi la decisione di ricusare gli accordi firmati con Israele e sospendere il coordinamento sulla sicurezza tra le sue forze e quelle israeliane. “Alla dirigenza palestinese viene detto che non ha più scuse per boicottare il processo di pace con Israele ora che il piano di annessione è stato sospeso – ha detto una fonte al Jerusalem Post – Alcuni paesi arabi come Arabia Saudita, Egitto e Giordania esortano i capi palestinesi ad ammorbidire la loro posizione verso il processo di pace, soprattutto alla luce degli accordi di pace tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrain”. Arabia Saudita, Egitto e Giordania hanno anche raccomandato alla dirigenza palestinese di fermare gli attacchi contro Emirati e Bahrein per non aggravare le tensioni tra palestinesi e stati del Golfo. Un’altra fonte palestinese ha detto al Jerusalem Post che Abu Mazen ha ordinato i suoi alti funzionari di astenersi dall’attaccare l’Arabia Saudita all’indomani delle critiche mosse dal principe Bandar bin Sultan bin Abdulaziz alla dirigenza palestinese.