All’Onu, 129 paesi ignorano il carattere ebraico e cristiano del Monte del Tempio di Gerusalemme

Anche l’Italia tra i paesi che hanno accettato ancora una volta di indicare come esclusivamente musulmano il sito sacro a tre religioni e centrale nella storia e cultura ebraica

Di Tovah Lazaroff

Tovah Lazaroff, autrice di questo articolo

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato mercoledì scorso una risoluzione che disconosce i legami ebraici con il Monte del Tempio indicandolo esclusivamente con il nome musulmano di al-Haram al-Sharif.

Il testo, denominato “Risoluzione di Gerusalemme” e approvato con 129 voti contro 11, risponde alla spinta esercitata da Autorità Palestinese e paesi arabi perché il sistema delle Nazioni Unite etichetti il luogo più sacro dell’ebraismo come esclusivamente islamico.

Gli Stati Uniti, che si sono opposti al documento, hanno affermato che l’omissione di una terminologia inclusiva in riferimento al sito sacro a tre religioni suscita “reale e grave preoccupazione”, spiegando che “è moralmente, storicamente e politicamente sbagliato che i membri di questo organismo sostengano un linguaggio che nega” le connessioni sia ebraiche che cristiane con il Monte del Tempio o al-Haram al-Sharif. Gli Stati Uniti non sono stati l’unico paese a esprimere preoccupazione per la mancanza di un linguaggio più inclusivo.

Nel tentativo di guadagnare maggiore sostegno alla risoluzione, gli estensori hanno apportato alcuni piccoli emendamenti rispetto alla versione approvata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 2018 con 148 voti a favore contro 11. Quel testo faceva due volte riferimento ad al-Haram al-Sharif col solo termine musulmano: una nell’introduzione e una nel corpo della risoluzione. Questa volta, la locuzione squilibrata al-Haram al-Sharif è stata inserita solo una volta nell’introduzione. Nonostante questa modifica, il sostegno alla risoluzione è diminuito, con il passaggio del numero di paesi astenuti da 14 a 31. Tre anni fa, tutti i paesi europei avevano sostenuto il testo. Quest’anno, alcuni di loro hanno cambiato voto. Ungheria e Repubblica Ceca si sono opposte alla risoluzione, mentre Albania, Bulgaria, Danimarca, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia e Slovenia si sono astenute.

Moneta coniata nel 134/5 e.v., durante la rivolta ebraica anti-romana di Bar Kokhba. Vi è rappresentata la facciata del Tempio di Gerusalemme, all’interno del quale si intravede l’Arca dell’Alleanza

Un rappresentante britannico ha affermato: “La risoluzione adottata oggi fa riferimento ai luoghi santi di Gerusalemme in termini puramente islamici senza riconoscere la terminologia ebraica del Monte del Tempio. Il Regno Unito ha chiarito da molti anni che non concorda con questo approccio e sebbene accogliamo con favore la rimozione della maggior parte di questi riferimenti, siamo delusi dal fatto di non aver potuto trovare una soluzione al riferimento finale. Il Regno Unito ha quindi mutato il proprio voto da ‘sì’ ad ‘astenuto’. Se il riferimento sbilanciato fosse stato rimosso, il Regno Unito sarebbe stato pronto e disponibile a votare ‘sì’. Il che – ha concluso il rappresentante britannico – non deve essere frainteso come il riflesso di un cambiamento della politica del Regno Unito su Gerusalemme. È anzi un segnale importante del nostro impegno a riconoscere la storia di Gerusalemme per le tre religioni monoteiste”.

L’Unione Europea ha assunto una posizione intermedia, accogliendo con favore gli emendamenti apportati dall’Autorità Palestinese e dal gruppo dei paesi arabi volti a ridurre il numero di circa 20 risoluzioni contro Israele presentante ogni anno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. “L’Unione Europea – ha affermato un suo rappresentante – ribadisce che ogni volta che nella risoluzione di Gerusalemme si fa riferimento al Monte del Tempio/al-Haram al-Sharif si dovrebbero utilizzare entrambi i termini, vale a dire Monte del Tempio e al-Haram al-Sharif”. Il che dovrebbe valere per qualsiasi testo relativo a Gerusalemme, ha detto il rappresenta europeo, aggiungendo: “L’Unione Europea esorta tutte le parti a non negare i legami storici di altre religioni con la città di Gerusalemme e i suoi luoghi santi cercando di delegittimare la loro storia”. Nonostante queste parole, il testo squilibrato è stato approvato da un discreto numero di stati dell’Unione Europea, tra cui Belgio, Francia, Spagna e Italia.

Il rappresentante dell’Autorità Palestinese alle Nazioni Unite, Riyad Mansour, ha ringraziato i paesi che hanno sostenuto il testo, affermando che si tratta di “una risoluzione appropriata e necessaria”. Dopo averne giustificato il linguaggio settario (dicendo che è quello già usato in altre risoluzioni approvate dall’Onu), il rappresentante palestinese ha esortato abbastanza paradossalmente a “respingere i tentativi di trasformare il conflitto israelo-palestinese in uno scontro religioso”.

(Da: Jerusalem Post, 2.12.21)