13 gennaio 2021

Gli arresti ad opera della polizia israeliana per reati relativi a detenzione/uso di armi da fuoco sono aumentati di circa il 22% nel 2020 rispetto al 2019, e il 90% dei sospetti arrestati proviene dal settore arabo-israeliano. Il numero delle incriminazioni è aumentato di oltre il 18%, per circa l’85% verso sospetti arabo-israeliani. “Le armi detenute illegalmente sono spesso usate da criminali comuni e organizzazioni criminali, soprattutto in regolamenti di conti locali ma non solo – ha spiegato la polizia israeliana in un comunicato stampa – Queste armi vengono anche utilizzate per attività terroristiche e altri gravi crimini”. La polizia sottolinea che la campagna contro le armi illegali e il loro uso continua in tutto il paese senza distinzioni, anche durante la crisi da coronavirus. “Purtroppo vari soggetti spesso tentano di presentare una realtà ‘alternativa’ attribuendo all’attività della polizia la responsabilità di elementi criminali del settore arabo, invece di affiancare e rafforzare la polizia affrontando con determinazione il problema della violenza dilagante nella società araba, e agire con tutti gli strumenti a disposizione per apportare un cambiamento. La polizia israeliana continuerà la sua lotta senza compromessi contro i reati legati alle armi nella società araba e altrove, per garantire la pace e la sicurezza pubbliche” aggiunge il comunicato, ricordando che “per affrontare a fondo il problema sono necessari cambiamenti radicali che vanno ben oltre le competenze della polizia”. Nel 2019-20, fra gli arabi israeliani si sono tenute varie manifestazioni di protesta contro quella che viene denunciata come una inadempienza del governo e della polizia nell’affrontare la violenza comune nelle località arabe.