13 giugno 2022

Il quotidiano Washington Post ha pubblicato domenica le conclusioni di una sua inchiesta da cui risulta che la giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh è stata uccisa da colpi d’arma da fuoco delle truppe israeliane. Il Washington Post afferma d’aver basato l’inchiesta sull’esame di decine di post e foto sui social network, oltre a due sopralluoghi, due analisi acustiche indipendenti e alle testimonianze dei colleghi palestinesi della giornalista di Al-Jazeera. Le Forze di Difesa israeliane hanno ribadito di non aver mai escluso l’eventualità che Abu Akleh sia stata colpita da un soldato e di aver anche individuato, nel corso della propria indagine, quella che potrebbe essere l’arma in questione. Ma hanno anche ribadito che per arrivare a una conclusione è necessario un esame balistico del proiettile, che l’Autorità Palestinese continua a rifiutarsi di mettere a disposizione per un esame forense congiunto alla presenza di rappresentanti americani. Il reportage del Washington Post fa seguito a servizi analoghi di CNN e New York Times. Tuttavia, a differenza di CNN, Al Jazeera e Autorità Palestinese, il Washington Post non sostiene che Abu Akleh sia stata uccisa in un attacco deliberato. Il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Aviv Kohavi, ha affermato: “Una cosa che può essere stabilita con certezza: nessun soldato israeliano ha deliberatamente sparato contro la giornalista. Abbiamo esaminato la cosa e questa è l’unica conclusione”.