14 febbraio 2018

E’ iniziato martedì a porte chiuse il processo alla 17enne palestinese Ahed Tamimi, accusata di una serie di provocazioni (a calci, sberle, sputi e insulti) inscenate contro soldati israeliani, sempre calcolatamente davanti alle telecamere (peraltro senza mai riuscire a suscitare la desiderata brusca reazione da filmare). E’ accusata anche di istigazione alla violenza. Oltre ai legali, potranno essere presenti solo i famigliari. Di regola i processi a minorenni avvengono in questo modo, anche se in questo caso gli avvocati della difesa avevano chiesto un processo a porte aperte. Tra gli episodi a carico di Ahed Tamimi, anche le sue dichiarazioni, videoregistrate dalla madre e postate su Facebook subito dopo l’incidente del 15 dicembre che avrebbe portato tre giorni dopo al suo arresto. “Desidero che tutti, in tutto il mondo, si uniscano per liberare la Palestina – dice Ahed Tamimi nel filmato – Che si tratti di pugnalate, attentati suicidi o lanci di pietre, tutti devono fare qualcosa così da unirci e far sentire il nostro messaggio come necessario e raggiungere il risultato, cioè la liberazione della Palestina, ad Allah piacendo”. Vedi i due video del 15 dicembre