14 marzo 2018

Un ordigno è esploso martedì mattina al passaggio del convoglio del primo ministro dell’Autorità Palestinese Rami Hamdallah, che era in visita nella striscia di Gaza accompagnato dal capo dell’intelligence generale palestinese Majid Faraj. Illesi i due esponenti. Da fonti palestinesi risultano feriti sette agenti della sicurezza e danneggiati tre veicoli. L’esplosione è avvenuta su Via Salah a-Din, una delle strade principali di Beit Hanoun, nel nord della striscia di Gaza. Fatah ha subito parlato di tentativo di assassinio, accusando i militanti di Gaza. L’ufficio del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), citato dal sito dell’agenzia ufficiale palestinese Wafa, ha dichiarato di reputare Hamas “responsabile del vile attacco premeditato, rivolto contro gli sforzi del presidente per porre fine alla divisione e conseguire la riconciliazione”. Hamas, da canto suo, ha condannato via Twitter l’attacco definendolo un crimine, e ha attaccato le accuse dell’Autorità Palestinese cercando invece di far ricadere la responsabilità su Israele. Adnan Damiri, portavoce delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, ha dichiarato: “Non ci fidiamo di Hamas per le indagini sull’esplosione. Sospettiamo che Hamas sia coinvolta. Hamas deve stare fuori dalle inchiesta”. Hamdallah, che opera dalla Cisgiordania, era arrivato nella striscia di Gaza per la prima volta dopo cinque mesi. Poco dopo l’esplosione, ha tenuto il previsto discorso per l’inaugurazione di un nuovo impianto di depurazione delle acque reflue nella parte nord della striscia di Gaza, sottolineando che l’attacco “non ci scoraggerà dal cercare di porre fine alla dolorosa spaccatura” fra le fazioni palestinesi. Il nuovo impianto è stato finanziato con circa 75 milioni di dollari da Banca Mondiale, Unione Europea e singoli governi europei. L’esplosione è avvenuta vicino al punto in cui, nel 2003, venne fatta esplodere una bomba telecomandata contro un convoglio diplomatico degli Stati Uniti appena entrato nella striscia di Gaza: morirono tre agenti della sicurezza, mentre un diplomatico americano rimase ferito.